E’ così che stremata approdo al mio giaciglio
nella stanza, in un angolo,
come fosse il ricovero d’un gregge
che torna mansueto all’ovile.
Il pensiero talvolta ha un carico
maggiore del corpo sostenuto dalle gambe,
il cui peso se varia, è nel passo dell’ago della bilancia.
Ma l’inganno è nel resistere
a ciò che in fondo non muta o di poco
eppure, pesa la sera con le sue ombre
o l’alba quando le vie sono vuote
e la luce inonda me solo.
L’inganno è nell’ansia che avvolge i pensieri,
una barca che rema al contrario
nel lido dei sogni, nella nostalgia
che gocciola lenta ed impregna i ricordi.
L’inganno è nel sentire che il cielo
piove lacrime ardenti ed invece la terra
è lì, nera nelle sue zolle, che attende ristoro.
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