Tutte quelle sillabe tronche
i respiri migrati in stupore
quel mare ondoso in petto
solo al pensiero d’una carezza!
Tutte quelle parole inesatte
tra metafore ed iperboli
tutto il fiato superfluo,
proteso alla luce che emanava dagli occhi!
E un amore infinito, a domandare
che non si spegnesse la sete. Mai!
Abbiamo atteso le stelle
per una tregua dall’affanno del giorno,
lune nuove per decifrare pensieri,
annullato distanze
per ricomporre cieli spezzati.
E tutto il peso di un bacio
l’abbiamo spogliato d’inutili dettagli
sospinto agli angoli della bocca,
rallentando il viaggio
dal cuore alle tempie.
Ne abbiamo deviato il percorso
esplorando sentieri nascosti,
l’abbiamo arrestato, lasciato cadere,
ripreso, con levità d’una bolla,
l’abbiamo disegnato su un foglio,
perché né la mente né il corpo
dovessero patirne l’assenza.
E poi, appeso sul muro,
osservandolo come si fa
col tempo che passa eppure, non muore.
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