Invento altre vie,
quelle percorse per lungo tempo
non m’hanno portato a te.
Forse ho calzato scarpe inadatte alla corsa
forse le mie ali erano anguste
e gli ostacoli insormontabili
Così invento nuove vie,
le vecchie m’hanno impedito
di sorprenderti con un semplice gesto
ad un passo delle labbra da te,
in quell’oltre dove
ho riso e pianto senza clamore.
Mutato ora è il panorama,
il verde s’è inasprito in ruggine
le siepi hanno sfoltito le chiome,
non più melodico anfiteatro
di gazze e capinere,
ma oscuro groviglio di tele lacerate
Diverso è l’itinerario,
spoglio di chimere, è oblio,
è un passare la clessidra, incolumi.
Così il sogno è salvo,
il verbo fa ritorno
alla radice del pensiero.
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