Pubblicato il 28/08/2011 13:40:26
Ardente mi chiamò mia madre. Venne il giorno in cui svestii La plumbea armatura (sbalzato il fregio delle Arti Liberali) E una camelia bianca Posi fra i capelli Che solo per te Sciolsi. Fui regina Nella Città Proibita Abbandonato il sogno di viaggiare. Ma il salice mi disse Che veleno (versato nell'orecchio) aveva l’ombra condotta nei tuoi occhi ed al mio sangue il re imputava colpa della figlia con un DNA sbagliato. Restai nella tua casa Come serva Per vegliare le notti d’Ophelia E cambiai nome. Ora non invocarmi Dal trono solitario Perché non lascerò i gradini Del mendico d’amore.
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