toglievi gli occhiali
e Pesca Rosa diceva
che occhi grandi che hai!
sono una civetta. Rispondevi.
naso a naso
ruotavano le teste
una in senso orario
l’altra in antiorario
e il tuo minuscolo orologio da polso
scoccava risate argentine.
e venne il giorno buio.
la vista abbandonò, fedifraga
le tue perle nere.
Pesca Rosa pensava
come farai, Civetta
senza le tue amate righe misteriose?
non tolse i tomi di filosofia
dal comodino gravido di pensiero
ma li sposò a un registratore
che leggesse per te ad alta voce.
e venne il giorno vuoto.
Demenza, la ladra d’intelletto
cavò il terzo occhio alla Civetta
le perle nere persero la profondità
e si vide il buco lasciato dal suo dardo
al centro della fronte distesa.
Pesca Rosa cambiò nome
immergendosi nel fonte del Nulla
e scoprì che Amore sorride
sulle labbra secche degli stolti.
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