E scrosciò nella notte, dirotta,
venne giù dalle stelle, la pioggia,
col manto del tuono, dentro la grotta;
Laura, avvolta nel tacito sogno,
non udiva rumore di mondo,
del mare, sentiva grande il bisogno;
la cicala friniva gli ornelli,
no, nevicava dentro quel sogno,
fatto d'argento sopra gli idilli;
l'acqua, forte, cadeva a ruscelli,
melodiosa cantava la ninna,
non tralasciando, rivi e stornelli;
d'ogni parte suonò la canzone,
sopra i tetti e sui lecci, batteva,
giuliva, cancellava l'alone;
un tuno, dall'alto, carezzò Laura,
dentro un triste spavento fu sola,
poi pian piano, dormì senza paura;
era nel bosco, l'umido raggio,
nascosto dentro un cespuglio raro,
chiaro mattino, lontano il maggio.
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