Sembra già Natale
e oggi le lacrime volano via
sulle fontane in fioritura,
che sciabordano come un trionfo.
Anche il mare sfavilla
tra le rocce del cuore
e tu, come Venere, nasci
dalla spuma dei miei amori estinti,
sulla rena delle mie emozioni bucate.
Non c'eri tu
nel calendario dell'avvento,
eppure hai cambiato l'acqua in vino,
attraversando le mie pagine a forma di veliero.
E ora tu, cervo sacro,
scrivi il mio nome su questa luna gigante,
mentre nuoto tra i miei respiri,
per raggiungerti negli spazi di un nuovo brillio.
Nessun rancore tra le rose sfiorite,
perchè il sole ti cresce dal cuore
ed io vi affondo come una nuvola ebbra,
mentre con gli occhi inventi le mie ossa,
traendole dal mare con la tua rete di fiori.
Dove sei stato?
Oh io so che tu,
sì tu,
sei la mia luna gigante,
e posso offrirti il mio scheletro
che resusciti dalle radici degli olmi,
perchè sei tu la chiave della mia soglia verde.
Tu che sei la mia luna gigante,
oh sì, la mia luna gigante!
Misceli come vuoi gli spazi
tra le tue braccia da dio,
e insieme siamo lepri, lupi, volpi, poiane
o scuotiamo il terreno con la nostra
caccia al cinghiale
e il cinghiale è il nostro amore,
che ci aspetta con le fiabe interrotte
sulla spina dorsale della terra
che ci fece, che ci accoglie,
ora,
naufraghi ebbri caduti da una luna gigante
perchè tu,
tu sei
la mia luna gigante.
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