Stamane sono preda del fuoco
e tu hai la stessa importanza
di un soffione incagliato nel lago d'inverno.
L'aria frizzante accende
il mio cuore sazio d'inferni
e quale inferno è più dolce
di quello che mi ubriaca di desiderio?
Vedi, ti ho messo in una nicchia,
tra gli artigli dei santi esangui
e non ho bisogno di venerare
le tue vecchie mani di peltro,
perchè il mio perno, oggi,
è lo stormo ubriaco di cielo,
queste gambe leggere che
volano nel vento,
questo cuore asciugato dal sole,
che ha pietà della sua follia
e m'imperla di brividi bianchi
come un velo nuziale.
Tieniti le mani,
le labbra avare,
il tuo egoismo d'uomo
e i pensieri da quattro soldi
come scheletri nelle cripte
dei tuoi giorni in avaria.
Oggi sono pazza come gli uccelli
e non ho bisogno
d'amare il fango.
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