Pubblicato il 14/04/2008
Mauro era una bambino di undici anni: piccolo di statura, magro, agile come un gatto. Era considerato da tutti gli adulti un bravo ragazzino, molti compagni lo credevano un mito e lo invidiavano, alcuni lo trovavano antipatico ma lo temevano. Un giorno, tornando da scuola, vide una lucertola che si scaldava al sole; si girò verso gli amici e disse: “Guardate un po’ che le faccio?” Agguantò la bestiola e le strappò la coda. Una bimbetta dai capelli rosso fuoco si mise a piangere: “Sei un mostro: che ti aveva fatto povera bestia!”- “E a te cosa importa? Poi, tanto, la coda le ricresce”. Era rientrato a casa: il pomeriggio si profilava lungo e tedioso. Annoiato uscì nel giardino. Scorse una biscia vicino al tubo per innaffiare il prato. Con una pietra le schiacciò il capo, la prese per la coda, la fece roteare in aria e la scagliò oltre la siepe di cinta. Poi, ricominciò a gironzolare. Uno strano scarabeo con una specie di corno camminava sui sassolini bianchi del vialetto. Mauro si avvicinò. “Fai schifo” disse e lo calpestò. Gli piacque lo scricchiolio della corazza che andava in pezzi sotto la scarpa. Continuò per un po’ a guardarsi intorno e decise di affinare la mira. C’era un bel bersaglio attaccato sul tronco di un albero e freccette a volontà. Ma era troppo semplice. Ci voleva un obiettivo in movimento. Così, al terzo o quarto tentativo, riuscì a colpire in pieno un passerotto che cadde in terra. Sul ramo restò solo il nido. Un bel bottino… Si arrampicò e giù, con tutte le uova dentro. Frantumi bianchi e liquide macchie arancio andarono a confondersi col rosso del sangue che impiastricciava le ali, ormai ferme, dell’uccello morto. Finalmente, decise di rientrare: avrebbe giocato con la playstation. Arrivò la sera. Mauro dormiva placido nel suo letto quando qualcosa lo svegliò. Nel buio vide un baluginio avorio, poi due lucette rosso fuoco. Pian piano prese forma una figura terrificante. Era un tirannosauro e parlò con voce terribile: “Perché hai mutilato mia nipote?” Il ragazzino balbettò: “Tua nipote? Ma non l’ho fatto; nemmeno la conosco” – “Sì che la conosci: le hai strappata la coda!” – “Ma quella era una lucertola” – “Era mia, era dei figli dei miei figli, era tanto piccola. Ora ti morderò e ti porterò via un braccio”. Si levò alta una voce sibilante: “No, è mio!” Una terrificante anaconda si ergeva davanti al letto. “Sono la madre di tutte le serpi, i serpenti e le bisce: hai ucciso mia figlia ed io ti stritolerò fra le mie spire”. Roboante si fece udire un’altro “ospite” ed, ecco, comparire un enorme rinoceronte: “Ed io come avrò la mia vendetta?” Il bambino riuscì a mugulare: “A te non ho fatto proprio nulla!” - “Sciocco e crudele: hai schiacciato il mio piccolo amico senza pietà. Anche il magico unicorno si è sdegnato. Ora partirò alla carica e distruggerò il tuo letto, ti spiaccicherò contro la parete” Un vento freddo discese dall’alto: “Fermi!" disse l'aquila "Devo ghermirlo e portarlo via con me. Ha ammazzato la madre e distrutto il nido. Ha profanato la casa e la vita non ancora rivelata nella sua forma compiuta”. Ormai Mauro urlava: “Non lo sapevo, non lo sapevo. Non mi uccidete, sono solo un bambino: anch’io sono piccolo!” La madre entrò nella stanza: “Mauro svegliati, stai avendo un incubo!”. Ma il bimbo era ben desto. La donna rimase sino a che ebbe l’impressione che Mauro si fosse riaddormentato. In realtà non faceva finta: pensava. Se tutte le bestie si erano tramute in grandi animali anche lui, ora che aveva subito, sarebbe diventato grande e, allora, non avrebbe avuto più paura. Al mattino corse allo specchio: era ancora piccolo. Ma ne era certo, sarebbe cresciuto.
Sono passati circa trenta anni. Mauro è un uomo grande. Dopo la laurea in giurisprudenza è entrato come praticante in un grande studio legale che difende gli imputati nei delitti di mafia e ha fatto carriera, senza mai presentarsi ad un processo: preparava tutto per il team della difesa. Lasciato il primo impiego si è lanciato in politica: Municipio, Comune, Regione, infine, in Parlamento. Oggi è Onorevole. La sua immagine compare sui giornali: mentre visita un ospedale, consegna un generoso assegno ad un’associazione benefica, inaugura complessi di case popolari. Va a Messa e siede sempre ai primi banchi. Sua moglie è avvocato, la sua amante una modella. Ogni tanto capita che sia indagato: ma ne esce sempre pulito, non immacolato, ma pulito. L’ultima volta un suo collaboratore e amico è stato condannato. Per la vergogna si è impiccato in cella. Mauro non è comparso al suo funerale ma, tramite amici di amici, ha fatto avere alla vedova un cospicuo vitalizio. Mauro la sera dorme tranquillo. ------------------------------------------------------------------------------------------ Nota dell’autore. I riferimenti sono del tutto casuali. Il nome del personaggio principale è di fantasia ma tutto il resto è vero. Quindi, se qualcuno dovesse riconoscersi nel protagonista è bene che ricordi: non tutti quegli animali si sono estinti!
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