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L’Arco

di Teresa Nastri
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Pubblicato il 03/08/2014 19:34:18

L'Arco

 

Qual è il segreto messaggio delle forme geometriche ? Il linguaggio della suggestione misteriosa che esse esercitano sulla nostra psiche deve avere una straordinaria potenza semantica.

Io rifuggo dall'arco con un moto di ripulsa tanto più forte quanto più subdolamente l'immagine ricurva mi si prospetta nella mente, attraverso e per il tramite dei più insinuanti canali di trasmissione. Ma nelle scelte più occasionali, come in quelle più ponderate e impegnative, arriva un momento in cui la linea ricurva mi si para dinanzi con tutta la sua carica di seduzione, come una proposta lasciva a un'attempata priora - la cui castità si credeva da tempo al riparo da ogni possibile aggressione. Perchè l'arco in sé - in qualunque modo mi si offra alla vista - mi attrae irresistibilmente. Qualunque cosa mi proponga di fotografare, il mio occhio cerca la curva nascosta: nella forma particolare su cui punta l'obiettivo, nel dettaglio isolato e ritagliato dallo sguardo, sarà sempre possibile scoprire la curva che vi si è insinuata.

Nessun altro motivo architettonico mi commuove come certe fughe di archi e volte, quali si possono vedere in certi templi islamici o negli antichi porticati della Costiera Amalfitana. Potrei restare per ore sotto le volte della passeggiata che corre lungo il bel perimetro della Place des Vosges, a Parigi. O dinanzi all'occhio spalancato di uno degli archi che coprono certi passaggi laterali, sull'area circostante la Villa di Catullo, a Sirmione sul Garda. Ma non proponetemi una volta o una nicchia ad arco nella mia casa, o un grembiule da cucina con l'orlo graziosamente arrotondato in basso. Sopporto a stento il tutto-tondo e la forma sferica, tanto da poter utilizzare i comuni oggetti d'uso... Un giorno, ad esempio, che avevo dapprima tagliato in due metà un grosso pane rotondo, quindi suddivisa ciascuna di esse in parti più piccole, senza accorgermene andavo poi sminuzzandole, quasi ossessivamente, credo per cancellarne l'idea dell'arco - che invece, sotto il mio sguardo, si moltiplicava nei vari frammenti.

Da bambina, qualche linea di febbre appena superiore alla norma mi causava stati di semi-delirio. Ricordo ancora, con invincibile sensazione di nausea, che vedevo dinanzi a me porte bianche, lucide, su cui l'immaginazione ritagliava archetti a tutto sesto.

Chi sapesse svelare le misteriose corrispondenze di senso che governano i nostri stessi rapporti con l'universo-spazio e i suoi molteplici significati, potrebbe liberarmi dall'ossessione dell'arco?                                                      Teresa Nastri

 

(Forse anni 70)


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