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di Maria Musik
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Pubblicato il 30/03/2012 21:50:14

dedicato a Giuliano

“Ma cosa diavolo…”.
Mi guardo intorno ma non è che ci veda proprio bene. Due minuti fa pioveva così forte che i tergicristallo non riuscivano a portar via l’acqua dal parabrezza: sembrava di andare in barca. Quando ho visto quel tir venirmi incontro, ho pestato sul freno come se dovessi sfondarlo ma la vecchia Rossa non voleva saperne di fermarsi. E adesso, all’improvviso, esce questo sole accecante. Non è normale: dal diluvio da foresta amazzonica al sole di mezzodì in un deserto africano… deve essere colpa del buco nell’ozono o di tutte le diavolerie atomiche che continuano a sperimentare e dei quintali di rottami che gravitano nello spazio.
Ma la mia auto? Stavo guidando ed ora mi ritrovo fuori dalla macchina… ed anche dalla strada, direi. Ma dove sono e come ci sono arrivata? Aspetta un attimo. Qualcosa, proprio davanti a me, luccica: è… è… un grande cancello d’oro che si sta schiudendo. Sto sognando.
“Pizzicati, pizzicati. Devi svegliarti subito. Un colpo di sonno alla guida. Così ti ammazzi!”.
E no, non è un sogno e, quanto all’ammazzarsi,… già fatto. Sono morta, o meglio, sono morta ma viva perché ragiono, vedo, sento persino gli odori. Inutile indugiare: entro e vedo cosa succede.
Non ci crederete ma è tutto come ce lo raccontavano: luce perfetta, una sensazione di armonia e pace che aleggia ovunque come brezza leggera e cori che innalzano cantici di immensa eufonia in una lingua che non conosco ma comprendo benissimo.
E ci sono angeli, maestosi ed alati.
Mi avvicino ad un uomo anziano e barbuto.
“Pietro, suppongo. Come devo rivolgermi a lei? Non so quale sia il titolo più appropriato”.
Il vegliardo, da dietro una sorta di leggio su cui è adagiato un enorme libro, mi guarda con l’aria di uno che si è stufato di sentirsi dire sempre le stesse cose. “Puoi usare le parole che la tua mente ed il tuo cuore ti suggeriscono.”
Bene, posso provarci malgrado, ora, sia un tantino contrariata dal fatto di essere morta e, ancora di più, da quello che vedo. E sì, perché uno passa una vita a credere o a non credere e a pensare che certe rappresentazioni iconografiche siano frutto di tradizione, proiezioni dell’inconscio, colpa di Dante Alighieri ed altre cose di questo genere e, poi, si ritrova in una vignetta. Ma dai. Comunque, considerando che Lui può leggermi nel pensiero, è proprio il caso che smetta di rimuginare e agisca.
“Santità, penso che quello che avete davanti sia il libro dei buoni e dei cattivi e che dobbiate dirmi a che piano sono stata destinata: attico, pianterreno o scantinato?”
“Veramente, questa è La Recherche di Marcel Proust. L’eternità bisogna pur occuparla in qualche modo, n’est pas? Comunque… non è con me che devi parlare: sono solo il custode, il portiere, diciamo, visto che ho tutte le chiavi. Vai, ti sta aspettando.”
Questo è un colpo basso: San Pietro che legge Proust. Ma non c’è tempo di stupirsi: meglio non farLo attendere. Chissà come sarà: un roveto ardente, un triangolo dorato, una bianca colomba, avrà la forma del Sole o della Stella Polare? Sarà solo Luce o solo Voce?


“No, non è possibile: è una Donna… sono fregata!”.

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