Pubblicato il 23/12/2017 01:10:48
«Ivan Pozzoni è un giovane di talento e talentuoso, un rivoltoso naturale, un irriguardoso dei ceti e dei riti dei ceti letterari, un anfibio direi in un paese come il nostro di ex cattocomunisti che non sanno di esserlo. Direi che ogni generazione ha bisogno dei suoi Ivan Pozzoni, essi sono degli anticorpi assolutamente necessari allo stato di salute del consorzio, diciamo, civile. C’è un fatto, però. Che oggi gli anticorpi da soli non bastano più, la bassa marea montante del conformismo è tale che è in grado di inglobare e ingurgitare qualsiasi anticorpo senza battere ciglio ... e allora mi chiedo e vi chiedo: c’è bisogno di un virus ben più distruttivo, perché qui non è in gioco la letteratura, che non esiste più ormai da almeno 40 anni, ma il conformismo dei ceti letterari oziosi e ingordi di denaro e di proventi, da qualunque parte essi vengano e dovunque essi siano diretti. Caro Ivan, la poesia è in stato di tale sfacelo che può sopportare qualunque ribellione come un rinoceronte un battito di ciglia» [commento a miei testi scelti da Nazario Pardini sul blog Alla volta di Leucade].
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