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IL comandante Scorciamano

di Gerardo Miele
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Pubblicato il 17/02/2016 16:32:56

IL comandante Scorciamano(Lo Accorcia mano) C’era una volta,in un piccolissimo paese di montagna della Lucania del nord,l’aleggiare di una strana leggenda.Da secoli era conosciuta in paese. Tutti sapevano che:un personaggio veramente molto strano e soprattutto,cattivissimo, frequentava tutte le grotte e le case diroccate di quel piccolo paese chiamato Rapone.Guai a entrarvi! I bambini soprattutto, erano atterriti da tanta fama che nessuno si sognò mai di mettere alla prova. Un giorno di primavera inoltrata però, accadde che: un bambino molto coraggioso e soprattutto curioso, di nome Rocco,che andava sempre in giro con il suo maglione rosso e giallo,sembrava,proprio quel giorno, un cavaliere fiero,sopra il suo cavallo,e disubbidendo ai propri genitori , si recò da solo, sul colle di Rapone. Un colle denominato “a Murgia”,situato all’estrema periferia nord del paese, perchè anche lui sapeva, che proprio lì, c’era una grossa grotta, all’interno della quale c’era sicuramente il terribile Scorciamano. Nessuno mai prima di lui l’aveva profanata! Troppo forte era però l’attrazione! Inerpicandosi nel sentiero,fra il canto di grilli e di cicale, sfiorando quelle piante di ginestre gialle con il suo maglione pulito,che non puzzava più di stalla,si avvicinò pian piano alla grotta, mentre un tanfo di urina si sentiva sempre più forte. Sotto un cielo sempre più azzurro,eccolo là! appena arrivato, davanti all’ingresso! Sembrava tutto tranquillo,ma…appena fece un passo avanti,di colpo tutto cambiò.Una pioggia di fulmini,saette e tuoni investirono all’improvviso il suo maglione.Poi dalle viscere della grotta un vocione lo atterrì e in perfetto Raponese lo gelò e lo redarguì: ”Ue’ guagliò, th nj vuoj scì o nò!”(Uè ragazzo,te ne vuoi andare o nò ?) Rocco rimase pietrificato, anche i suoi riccioli sembravano abbassati. Alzando poi lentamente lo sguardo, vide un’ombra piccola in un angolo lontano. Si alzò in punta di piedi per vedere meglio, e proprio in quel momento , quell’ombra, proprio come un palloncino, si gonfiò, rivelando cosi’ tutte le sue forme. Rocco resistette alla paura e lo guardò curioso. Non gli sembrava vero! Non sembrava quel mostro sempre descritto…ma gli somigliava molto! Due occhi minacciosi, in un viso molto lungo. I denti molto grandi,in una pelle quasi verde , dentro un fisico atletico e magrissimo.Un cappello scuro in testa, sembrava quello di suo nonno o di un ufficiale nordista americano .Poi quel gilet(cammsola)un pò invernale …con i galloni da generale.Passarono secondi nessuno indietreggiava, poi come d’incanto, la paura muore, e…anche i duri hanno un cuore! Gli sguardi si abbassarono,poi, i due, dialogarono.Rocco era molto concitato,non credeva ai suoi occhi,finalmente poteva fargli domande,ed esordì così:”Perchè ti chiamano Scorciamano?” ma,da quell’omone molto accigliato arrivò una risposta che lo lasciò senza fiato:”Così mi chiamano i Raponesi, è un nome bruttissimo,io non ho accorciato mai le mani a nessuno!”. Sembrava molto sincero. Da provetto giornalista e notando un pò di pancetta in un corpo molto atletico,Rocco,ancora lo incalzò: ”Come ti volevi chiamare?”,impettendo subito il petto ,egli subito rispose : “Comandante!” E aggiungendo subito dopo:”Questo ,è il mio quartier generale,da qui ,dirigo tutte le operazioni,perchè io sorveglio tutte le grotte e le case diroccate di Rapone! Dalla montagna Mancosa e fino alla frazione di Mazzapone !” Poi d’improvviso la sua testa si alzò e…girando come un radar sopra una nuvoletta, subito scomparve. Ricomparve poco dopo, tutto trafelato,si sedette sopra una vecchia panca, mentre nel dialogo, già ora,arranca; ”Eh…sono dovuto intervenire nella grotta che c’è a “u Tuopp”,vicino alla Cabina, un bambino voleva entrare…si sarebbe fatto male!”. Guardando il suo viso stanco e ansimante , proprio mentre si accesero le luci in paese, Rocco ancora gli chiese: “Dicevano che eri cattivo! Ma, io di te mi fido!” Sentendo quelle parole, Scorciamano gli porse la mano e sottovoce gli confermò:”Fai bene amico mio!”. Poi aggiunse pensieroso: “Da qualche anno,però, sono più triste! Ho sempre bambini in meno da controllare! Effettivamente in quell’epoca la Grande Emigrazione era cominciata.Intere famiglie con bambini emigravano dal sud al nord Italia. Proseguendo il suo sfogo poi così:”Li conosco tutti! Sono contento che vanno a cercare il benessere altrove! Perchèa Rapone e dintorni, la vita e’ veramente dura,molto piu’ della roccia pura!” Calo’poi, fra loro, una grande emozione;mentre lo sguardo di Rocco su quel poco di pancetta tornava, gia’ ne intuiva la spiegazione.Il tempo di finire l’ultima frase e…ale’, la sua testa ricomincio’a girare e come un fulmine spari’,insieme alla solita nuvoletta che subito lo segui’. Ricomparve subito dopo,ancora piu’ sudato, e quasi senza fiato si giustifico’ cosi’:”Sono dovuto intervenire nella grotta al Ponte Nuovo! Dopo il bagno i ragazzi volevano curiosare, ma li’, e’ veramente pericoloso! Meno male e’ andata bene!”.Rocco,che fino ad all’ora aveva ascoltato in rispettoso silenzio le sue esternazioni,ora gli chiede:”Ancora una domanda Comandante! Come fai a essere cosi’ veloce da essere sempre presente nelle grotte e nelle case diroccate di Rapone? ”A questo punto,per l’amicizia che   si era instaurata fra i due,il suo segreto gli confidò :”Eh…caro mio! Mi nutro di un minerale che e’ presente in ogni grotta di Rapone, un minerale che solo io conosco, si chiama Kriptonite, e ogni Natale ne mangio un granello e aquisto energia per tutto l’anno!”.Dopo questa fantastica rivelazione, la bocca di Rocco diventava sempre più aperta,mentre quegli occhioni scuri diventavano sempre più grandi.Nel frattempo stava per scendere la sera. Rocco doveva tornare a casa, e non voleva che la mamma si preoccupasse del suo ritardo,e si congedò così:”Comandante! Proprio ora che ti ho conosciuto e mi sembri un amico da sempre, ti devo abbandonare! Domani anche noi con la famiglia, purtroppo, emigreremo e lasceremo Rapone!”. La risposta con forte affanno subito arrivò. “Non puoi! Devi andare ancora a scuola!” rispose lo Scorciamano”, ”Nò!” replico’ Rocco :”L’anno scolastico è finito ieri!”. Il Comandante, sorpreso e pensieroso, grattandosi un pò la testa,ancora esclamò: ”Ah…! Adesso capisco il perchè oggi ho dovuto fare tanti interventi! Ormai il tempo era scaduto, gli occhi erano umidi,solo con lo sguardo si parlavano, e…commossi si abbracciarono. Il Comandante indietreggiò, mentre una sua lacrima su Rocco si posò. Rocco abbassò lo sguardo e si girò, ma sull’uscio della grotta un messaggio ancora tuonò: “Tanta fortuna Rocco! Vai tranquillo, anche se stò diventando vecchio,veglierò ancora sui tuoi amici che lascerai qui, a Rapone!       La mattina dopo, Rocco e famiglia, iniziarono il lungo viaggio  per Torino.Egli  passando con la macchina sotto la Murgia,gli occhi chiuse,mentre lo ricopriva un suono di cornamuse. Anche gli animaletti si riunirono in coro cantando un inno al suo dolore.Poi un tuono gli aprì il polmone e da allora mai dimenticò l’amico Scorciamano di Rapone.Passarono gli anni, Rocco diventato ormai adulto tornò un giorno a Rapone. Quanto tempo era passato,quante cose non piu’ trovate! Appena sceso dalla macchina si precipitò di corsa alla Murgia per salutare il suo grande amico Scorciamano ,ma lo cercò invano. Non trovò piu’ la grotta, non trovò piu’ la Murgia,nè il giallo delle ginestre, nè il suo profumo campestre. Solo i canti dei grilli e delle cicale si sentivano in lontananza.Tutt’intorno solo case! Lo cercò ancora in altre grotte e alla fine ,sconsolato, si rassegnò. Ma lui volle ricordarlo sempre lì, sotto la Murgia, il suo amico Comandante…il Comandante Scorciamano di Rapone! Comandato lì, per proteggere i bambini di Rapone!


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