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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Il castello dell’acqua

Romanzo

Leonardo Franchini
Edizione privata

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 17/12/2010 12:00:00

Sabina è la secondogenita di una famiglia di contadini del trentino, la vediamo la prima volta all’inizio del libro, nel 1921, bambina di dodici anni felice per la nascita di un fratellino, al quale fa una promessa. Nello srotolarsi delle 212 pagine che compongono il romanzo vedremo la bimba farsi donna, vivere una vita fatta di fatiche, piccole conquiste, grandi amarezze, sempre animata dal donarsi agli altri, e come obiettivo mai sopito il coronare la promessa fatta al fratellino. Nel corso degli anni si vede la Storia affacciarsi prepotente con le sue nefandezze nella vita di Sabina, fatti talmente grandi che ella non capisce fino in fondo ma sa che le hanno tracciato un solco profondo nel cuore e non mancano di velare di tristezza i suoi occhi, i suoi gesti generosi. La Storia come occasione di dolore, in particolare la guerra che non è mai umana riesce a distruggere le certezze e svellere le vite dall’alveo in cui scorrono, la guerra che non è mai umana perché sempre toglie alle vite quanto di umano hanno, trasformandole in incubi dolorosi e ferite che non smettono di sanguinare anche quando le armi sono ormai a riposo. Sabina riuscirà nel suo intento, la promessa sarà onorata solo quando le vite dei protagonisti sono al termine del loro percorso, la promessa col suo carico di speranza si proietta sulle generazioni future perché se il dolore appartiene a chi lo vive, la speranza e la bontà di ciascuno sono fari che possono illuminare i giorni di là da venire. Il libro scorre placido nella narrazione, l’autore usa un linguaggio semplice ed immediato, tratteggia i caratteri e le personalità con amorevole precisione, ricostruisce un mondo che si è perduto con la passione dello storico e la dolce precisione dello scrittore. La vicenda procede lineare attraverso gli anni e le vicissitudini, delicata e piena di amore e pietà per l’animo umano nei suoi momenti di strazio, porta alla luce le corde sensibili dei cuori senza cadere in sentimentalismi ma facendo leva sulla purezza del sentire, sulla chiarezza di rapporti che hanno alla loro base l’amore e la generosità verso il prossimo. Il donarsi sembra essere la cifra portante del romanzo, donarsi senza voler apparire, perché è la direzione giusta che l’animo umano deve avere. Un romanzo che lascia una grande pace, una serenità nel vedere che le vite non si buttano se vissute con il calore dei sentimenti più puri. La storia incede senza strappi sino al suo epilogo, assumendo toni e tinte un poco più leggiadri quando le giornate dei protagonisti si fanno meno amare e il fardello della vita contadina, sempre piena di insidie, si fa meno gravoso grazie all’intraprendenza della protagonista. Le ultime pagine hanno un’aria più intimista, i fatti lasciano il posto ai ricordi per l’ormai anziana Sabina, i suoi ultimi giorni sono sempre protesi verso gli altri sebbene ormai solo con i gesti e gli sguardi della sua mente che dona amore anche mentre sembra non provare più nulla. Un bel romanzo, di solida fattura, ben costruito ed efficacemente narrato, che riesce a dare una sensazione di serenità al lettore, lo avvicina ad un mondo quasi completamente scomparso, ritratteggia la storia attraverso la tavolozza fornita dalle personalità dei protagonisti e lascia il gusto della speranza.
Inoltre lungo la narrazione a Sabina va il merito di avere contribuito alla diffusione della grappa, intesa come bevanda con una sua personalità, non come semplice alcool con cui stordirsi, la sua sensibilità l’ha portata a creare le monovitigno, le acqueviti ottenute dalla distillazione dell’acino intero e non solo dalle vinacce, l’affinamento in barrique e così via. Instancabile Sabina, un ringraziamento, oltre che da un lettore, anche da un gourmet!

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