Tra fiction e reality
la vita
un alito reale
regina della fantasia.
- prima puntata -
Cenerentola è andata al ballo!
La zucca che le serviva soltanto per cucinare risotti si è magicamente trasformata in carrozza conducendola in un famigerato – perché frequentato da poeti e i poeti, si sa, sono strane creature più o meno famose - castello romano dallo stuzzicante nome di “Cheese and Cheers” dove anche i topi ballano non tanto per l’assenza dei gatti quanto per la presenza di invitanti formaggi. E non solo, ma anche di salumi della Foresta Nera, meno terribile della dantesca Selva Oscura, di gnocchi succulenti, di porchette e tortini meno porche e meno torti di certe tortuose porcherie a cui sono inesorabilmente avvezzi i nostri occhi e i nostri orecchi. E calici di vino e di birra bavarese che, come un solerte artigiano del varesotto fa le scarpe a molte altre birre!
Era la sera del 28 marzo 2011.
Una data storica per la casalinga depressa ormai da lungo tempo rassegnata a vivere chiusa nella sua stanza buia che, con pennarello d’oro indelebile ha cerchiato nel calendario della sua memoria e ha stampato sul cuore.
Il principe Roberto, lì per lì, stentò a riconoscerla, forse perché lei, uscita dallo specchio - reclamato peraltro da Biancaneve - e smesse le vesti rese inesorabilmente nere dall’assenza di luce della sua abituale dimora, si presentava coi capelli ricci tanti quanti i suoi capricci, con abiti svolazzanti color noisette (volendo anche noiotto, ma Lancillotto, con la scusa di non trovare parcheggio, si era defilato dal ballo per andare a strafogarsi di abbacchio a scottadito in un ristorante poco più in là) e due fili di perle lunghi quanto i suoi rosari.
Riconosciuta che l’ebbe, l’entusiasmo fu palese.
Al contrario, lo chef Giuliano non ebbe dubbi e così pure la bruna principessa Maria. Dal canto suo, a Cenerentola, riappropriatasi per l’occasione del proprio nome – Lorena T(urri), deposte le cene costretta a preparare ogni sera – quei volti sembrarono da subito familiari, persino quello di Maria che, pur non avendola mai vista, come gli altri, in foto, aveva più o meno immaginato così. Potenza di una virtualità vissuta con intensa condivisione di emozioni che riesce a realizzare l’immaginato!
- continua -
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