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Il Re è nudo

Argomento: Politica

di Lorenzo Roberto Quaglia
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Pubblicato il 10/09/2011 22:56:22

Il Re è nudo.
Comunque vada a finire questa manovra finanziaria, la terza del 2011, il governo Berlusconi è venuto meno all’unica promessa che doveva mantenere: non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Non che gli italiani ci credessero ancora, alla promessa. Chi ha perso è il Berlusconi politico, l’uomo in cui gli italiani nell’ultimo ventennio avevano riposto la fiducia per continuare a mantenere un futuro da “soap opera” e invece si sono ritrovati senza più futuro.
Certo la crisi è di quelle toste, una crisi così la si vede una volta sola in un secolo, “ è peggio della crisi del 1929” ha dichiarato il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner ancora ieri sbarcando a Marsiglia per la riunione del G 7 e si può continuare a parlare delle varie cause scatenanti questa crisi, la globalizzazione, la finanza malata, l’euro debole, l’Europa che di fatto politicamente non esiste e via dicendo.
Ma tutti questi fattori chiamiamoli “negativi” valgono per tutti i Governi, per tutti gli Stati. Come è possibile che l’Italia in questi ultimi venti anni invece di crescere stia regredendo ? Non voglio in questa sede tediare i lettori con numeri e statistiche, per chi volesse i numeri esiste il bellissimo e completissimo sito dell’Istat a cui vi rimando (http://www.istat.it/it/).
La mia breve analisi vuole essere più che altro politica: occorre a questo punto che il popolo italiano tiri le conseguenze di questo ventennio politico. Dal 1991 al 2011 Berlusconi e i suoi alleati hanno governato dal maggio 1994 al gennaio 1995 ; dal giugno 2001 al maggio 2006 e dal maggio 2008 ad oggi. La Sinistra con Prodi/D’Alema dal gennaio 1995 al giugno 2001 e dal maggio 2006 al maggio 2008.
Quando Berlusconi scese in campo politicamente (inizi anni ’90) volle occupare lo spazio lasciato vuoto dalla Democrazia Cristiana e convinse gli italiani, soprattutto una larga fetta di elettorato cattolico, che non dovevano votare a sinistra, che ora era lui l’erede di De Gasperi, era lui il difensore degli ideali cattolici e borghesi, dei piccoli imprenditori come della famiglia, della libertà spirituale e di quella economica. Con lui gli italiani avrebbero continuato a crescere e lo Stato si sarebbe fatto da parte, non si sarebbe intromesso troppo in economia, ma avrebbe difeso i valori della Patria contro una politica della Sinistra che andava nella direzione opposta in tutti i campi.
Gli italiani gli credettero, anche perché la proposta era ben servita con una campagna mediatica e di informazione senza precedenti, come non si era mai vista prima nel panorama politico italiano. Nessuno, prima di Berlusconi, aveva mai fondato un partito, raccolto milioni di voti e vinto le elezioni nel giro di un paio di anni.
Una tale forza d’urto cosa ha portato inevitabilmente con sé? Una contrapposizione tra gli opposti schieramenti come mai prima d’ora si era avuta. E forse sta proprio qui il nocciolo del problema attuale. In Italia, come del resto accade in tutti i Paesi civili, prima della discesa in campo di Berlusconi, quando si doveva affrontare una crisi economica grave, i principali partiti politici mettevano da parte le proprie divergenti visioni e cercavano di convogliare le energie sulle cose da fare per uscire insieme dalla crisi. Ora questo sembra impossibile da realizzarsi perché il clima politico è troppo carico di tensioni, di veleni, di cattiverie e piccoli interessi particolari che fanno perdere di vista il Bene Comune.
Ora credo che se Berlusconi vuole passare alla Storia come grande Statista, ha ancora la possibilità di farlo e in una situazione grave come quella attuale può compiere quel passo in avanti ormai da molti richiesto, rassegnando le proprie dimissioni e permettendo la formazione di un grande Governo di solidarietà nazionale che, superando i veti incrociati, permetta all’Italia di voltare veramente pagina e di ricominciare a sperare.

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