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Cossuzia

di Giuseppe Paolo Mazzarello
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Pubblicato il 25/01/2010 19:15:58


COSSUZIA
La breve ‘play’ si colloca negli anni di passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Cesare. Cossuzia doveva essere, più o meno, sua coetanea. Sullo sfondo il periodo storico è quella specie di ‘interregno’ tra il consolato di Silla e la sua dittatura che avverrà quando avrà concluso la lunga campagna contro Mitridate. Nel periodo considerato si succedono consoli appartenenti ai ‘populares’ e quindi avversi agli aristocratici come Silla. Abbiamo voluto premettere questa stringata nota perché i riferimenti alla realtà storica sono convulsi nei dialoghi degli adulti. Speriamo che, al loro ascolto, i lettori provino meno sconcerto dei ragazzi nella ‘fiction’.
Storia Romana in atto unico di Paolo Giuseppe Mazzarello
Scena I
Roma, 88 a.C. Cossuzia, Cesare.
COSSUZIA Cosa vuoi fare da grande? CESARE Voglio fare grande il mio amore per te.
COSSUZIA Mi sembra un po’ presto.
CESARE Mi sembra già tardi.
COSSUZIA Le famiglie Romane non aspettano tempo.
CESARE Io ti aspettavo.
COSSUZIA E se non fossi arrivata?
CESARE Sentivo che c’eri.
COSSUZIA Ti piacciono queste case con le loro grandi pietre squadrate? Il sole le scalda.
CESARE Fanno parte di loro.
COSSUZIA Reggeranno a lungo?
CESARE Ci sarà sempre qualcuno a lavorare.
COSSUZIA Sembri avere una gran voglia di fare.

Scena II
Bestia, Bucco, Cesare, Cesare padre.
BESTIA Mio fratello ha picchiato un bullo proprio qua.
BUCCO Tu non sai cosa è in grado di fare mio padre: è fortissimo.
BESTIA Arriva Cesare: come lo odio, con quella sua toga praetexta nuova dall’orlo rosso.
BUCCO Cesare, vuoi masticare anche tu questa radice orientale?
CESARE Mi piace provare questa novità.
BESTIA Allora prenditi questa novità sul naso! (Gli sferra un pugno).
CESARE (Corre dal padre) Padre, sono stato colpito a tradimento. Punirai il colpevole?
CESARE PADRE Se ti vedrò ancora col volto pesto, finirò di suonartele io.
CESARE Non ci sarà un’altra volta; e non masticherò più radici orientali.

Scena III
Cossuzia, Albina sua madre, Caio Cossuzio suo padre, poi Mentula suo zio e PERA sua zia.
COSSUZIA Madre, durerà la nostra ricchezza?
ALBINA Ho visto durare poche cose, ma farò in modo che questa duri a lungo.
COSSUZIA L’ordine equestre comprende uomini ricchi che non sono potenti.
ALBINA Quando c’era da combattere contro Teutoni e Cimbri, sono venuti bene i nostri cavalieri.
CAIO Silla quest’anno è console. Noi non gli veniamo bene.
ALBINA Questo perché in Asia Mitridate costituisce l’attuale minaccia.
CAIO L’Oriente ha un eterno problema: produce ma non cresce.
COSSUZIA Eppure l’Occidente è ammaliato dalle terre più vicine all’alba.
MACULA
Silla ammalierà Mitridate con due schiaffoni.
CAIO Ce ne vorranno anche quattro e Zeus non voglia che qualcuno tocchi anche a noi. Quando Silla tornerà, vedrà chi avrà lavorato per lui. Chi avrà lavorato contro di lui, se ne dovrà andare.
PERA Ho appena udita la notizia: Silla sta partendo per fare guerra a Mitridate.

Scena IV
Aurelia madre di Cesare, Cesare suo padre, Cesare.
AURELIA I popolari hanno ripreso il potere.
CESARE PADRE I popolari credono di averlo fatto.
AURELIA Le legioni di Silla lo ricorderanno loro.
CESARE Il console Cinna vuole che sia concessa la cittadinanza agl’Italici. Roma è una città e gl’Italici sono un popolo.
CESARE PADRE Più che dare, i popolari vogliono prendere la roba degli aristocratici.
AURELIA Ritornerà nostro cognato, tuo zio Caio Mario, a prendersi ancora qualcosa. Lui è il più popolare di tutti.
CESARE PADRE Silla è già tornato una volta e si è presa Roma coi soldati. Tornerà di nuovo e farà la stessa cosa.
CESARE Genitori miei, andrò a fare i miei esercizi militari (esce).
AURELIA Hai promosso il fidanzamento di Cesare con Cossuzia.
CESARE PADRE Gli ho detto le cose da farsi.
AURELIA Chissà cosa farà.
CESARE PADRE Noi siamo nobili ed io ho fatto il pretore. Il problema di oggi, o di sempre, è che tutto cambia.

Scena V
Asellio, Crasso, Arvino e Cesare in addestramento.
ASELLIO Dobbiamo scegliere un capoclasse.
CRASSO Non voglio che sia prepotente.
TUTTI INSIEME Eleggiamo Cesare.
ARVINO Vediamo se il vostro nuovo capoclasse mi batte nella lotta.
ASELLIO Tu hai molti più anni di lui.
CESARE Mi batterò (s’impegna nella lotta, ma soccombe).
CRASSO (a Cesare) Potevi evitare di batterti.
CESARE Per sistemare Arvino ci vorrebbe mia madre (tutti ridono). Mi andrà meglio nel mezzofondo (i ragazzi gareggiano nella corsa).
ASELLIO (boccheggiante) Siamo partiti troppo veloci, siamo stanchi e la corsa non è ancora finita.
CRASSO Cesare è dietro di noi, ha risparmiato il fiato, ora ci sta superando e si avvia a vincere.
CESARE Ho vinto questa gara e meritato una medaglia. Inizia a darmi qualche soddisfazione questa vita da ragazzo.

Scena VI
Iulia Maggiore sorella di Cesare, Iulia Minore sorella di Cesare, Cesare.
IULIA MAGGIORE (suonando la lira) 'In litore domus est,
Ubi pueri, ubi puellae
In orbem circumagunt…’
Oggi è l’ultimo giorno di scuola e la vita ci arride con la prospettiva delle vacanze.
IULIA MINORE Se durava un giorno di più, questa scuola avrebbe avuto un’alunna di meno perché sarei stramazzata.
CESARE E’ trascorso un buon anno studiando la storia degli uomini Greci. Ho letto sulla tua tavoletta, Iulia Piccola, il tuo commento perplesso sulla loro vita sociale. Era quello a proposito dei ricchi di vecchio e di nuovo conio. Quelli novelli s’infiltravano tra i vecchioni se i poveri si avvicinavano alla loro roba. La vita è piena d’imbrogli. I Greci non avevano molte risorse dal suolo ma protessero i frutti buoni. I frutti degl'imbrogli riseccano. I frutti intelligenti maturano.
IULIA MAGGIORE Sarà bello che noi tutti si cresca in letizia, e intelligenza.
IULIA MINORE Io m’impegnerò e sopporterò quant’ora mi pesa.

SCENA VII
CESARE (da solo) Un ragazzo è spesso solo. A volte si diletta in qualche piacere. A volte il Fato gli sottrae il necessario. I popolari sono in sella con Cinna ed è voluto salirci anche lo zio Mario. Era stato eletto Console Giovane a settantatre anni. Poi la Parca se l’è portato via. Il Flamen Dialis, Merula, aveva firmato la resa di Roma a Silla. I popolari gli hanno fatto firmare il suicidio. (Ironico) C’è ancora un po’ di rispetto per i religiosi. La Parca ha preso con sé Caio Giulio Cesare, mio padre.

Scena VIII
COSSUZIA (da sola) Roma protegga le ragazze! I sesterzi e le proprietà non lo fanno. Cesare è il nuovo Flamen Dialis e si occuperà di molta gente. Chi si occuperà di me? E’ duro sopportare la scomparsa del mondo antico. Si può studiare una materia, ma quella familiare è ostica. Quello ch’è tuo, vorresti che valesse molto. Le ragazze possono scovare il valore tra le insidie. Se riescono ad averlo, lo affidano volentieri alla storia. Quella che vi ho raccontato, non è che una storia.
Exit





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