Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
(Bertolt Brecht)
Non si può dire, che avesse
conoscenze.
Forse erano passaggi
labirinti muti dove riflettere un buongiorno
una coincidenza di vedute.
Più volte sentirsi pronunciare il nome
dall’anonimato di ombre discorsive.
Scherzare pure, solo per scherzo
avendo malinconia da tagliare con una lama.
L’hanno visto su una bicicletta
andare incontro all’autunno
con la barba più chiara e lunga di sempre.
Forse il vecchio e il cielo erano in sintonia
esclusiva, nel clima inquieto delle chiese vuote.
E laggiù in fondo - in apparenza fondo
c’è da sempre un arenile di perle;
hanno detto
si è finalmente disteso
dove i fuochi dei pianeti, ricominciano.
poesia pubblicata in El Ghibli, rivista online di letteratura della migrazione
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