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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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La curva della notte

Narrativa

Andrea di Consoli (Biografia)
Editore Rizzoli

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 06/06/2008

Un uomo, Teseo, che ha vissuto intensamente, dalla gioventù di studente impegnato nella lotta politica, sino ad essere arrestato, alla professione di ferroviere, a quella di gestore di un locale, il Byron.
Attraverso queste fasi, così dissimili, un filo ha tenuto insieme l’esistenza di Teseo: amare quante più donne possibili, in tutti i modi ed occasioni. Sino a far naufragare il suo matrimonio e a farsi odiare dalla figlia. Ma questo filo sembra ingarbugliarsi ogni giorno che passa, l’angoscia di aver vissuto una vita sbagliata comincia a pesare molto sulla vita di quest’uomo, le certezze si fanno friabili: basta un nulla per sgretolarle. Anche l’attrazione per le donne lo porta in direzioni sbagliate, sino ad un ambiguo rapporto con un amico, che poi sparisce. Vi è il perdono di Teseo all’amico che fu l’amante di sua madre, su questo perdono s’addensa però una cupa ombra di rimorso, l’amico muore subito dopo in un incidente, Teseo si sente responsabile dell’evento, ma ben presto diventa l’amante della vedova dell’amico. Nel progredire della narrazione, ogni fatto, da assolutamente reale, diventa probabile: è l’ombra della pazzia che si impadronisce del protagonista, o vi è effettivamente una congiura contro di lui? Anche la gestione del locale non lo interessa più, Teseo pare voler scavare dentro di sé per portare alla luce i recessi più bui del suo animo, ma questi emergendo sono dolorosi e lo lacerano. Il libro gira in tondo e scava nell’animo umano, sepolto da rimorsi e da sogni avverati ma sbagliati, Teseo pare sprofondare sempre di più nella palude nera dei suoi tentativi di dare una giusta direzione ai suoi gesti, tutto gli vortica intorno, le persone non sono realmente quel che sembrano essere, e su tutto l’ombra nera del dolore che conduce alla pazzia.

Il libro è ben scritto, le frasi sono molto eleganti e tutta la narrazione si sviluppa inesorabilmente verso la morte di Teseo, vissuta quasi al rallentatore in un susseguirsi di capitoli che ci mostrano il protagonista alla guida della sua auto colpito da infarto; vive la sua morte con la stessa lucidità, un po’ allucinata, che ha dimostrato nel dipanarsi della vicenda, quasi come non lo interessasse, così come aveva perso interesse in gran parte delle cose che lo circondavano.

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