Pubblicato il 20/07/2011 18:02:10
Quel giorno pochi i clienti. Erano già due ore che nessuno si presentava. La crisi si avvertiva anche in quel settore. Eleonora, nell'attesa, pensava al Natale, a quando sarebbe tornata a casa dai suoi sempre colma di doni, come un babbo Natale in gonnella. I suoi vecchi le avrebbero chiesto: “Come vanno gli affari Ele”? Lei avrebbe risposto: “Alla grande famiglia”! L'avrebbero guardata con orgoglio.“La mia Eleonora si è fatta una posizione al nord” diceva Enza con orgoglio, alle sue amiche. La zia Giusy, le chiedeva: “ E quando lo vediamo u piccirillo girare dentro casa! Ca solo vecchi siamo”! Allora Eleonora rideva, rispondendo: “Non c’è fretta, zia.” Saro il suo fratellino, adesso si era fatto grande, un bellissimo ragazzo del sud che la prendeva per la vita e la faceva girare.“Adesso, sono io che ti strapazzo, come facevi, tu con me”! La faceva girare, girare, come una trottola,tanto che Enza doveva intervenire: “Ragazzi, basta tutto è pronto ! Sedetevi e mangiate!" In quella tavola imbandita il cibo era profumato, colorato, saporito. L'appetito che al nord, stentava a venire, aspettava quella circostanza per uscire tutto insieme, all'improvviso. Allora lei mangiava quelle pietanze veramente di gusto. Sulla fine del pranzo, si presentava Salvo a bere un liquorino, come di consuetudine insieme alla famiglia Passalà. Guardava Eleonora con adorazione.Lei avvertiva quegli sguardi che la imbarazzavano molto. Lui le chiedeva facendosi coraggio:“Allora, Ele, quando torni al paese”?
Eleonora si passò una mano sulla fronte, per allontanare quei ricordi. Ma ormai un magone le aveva invaso lo stomaco. Tutto di un colpo, sentì il desiderio di tornare a casa. Si alzò, dalla poltrona sgangherata, si guardò intorno. Nessuno. In giro non si vedeva un’anima. Gettò una bottiglia d'acqua, sulla fiamma del fuoco che ardeva, con bagliori intensi. Prese la borsetta, e si mise a camminare lungo la statale, i tacchi, le impedivano di camminare speditamente. Si accucciò allora per toglierseli. Uno strattone al braccio inferto con violenza la fece cadere. Si alzò incontrando uno sguardo duro, udì la voce di Franco dire:“Che fai, dove credi di andare?!” “Alzati e torna al tuo posto “Puttana”
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