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di Piero Passaro
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Pubblicato il 07/01/2018 12:12:57

Quello di cui non abbiamo tenuto conto è il bancone del bar. Il bancone del bar è uno degli esempi più chiari di disarmante frontalità che possa esserci; tu non hai creato niente puoi solo ordinare secondo un menù regolato. Il bar è un campione della vita sociale democratica. Non possiedi il bar perchè non hai creato il bar. Puoi solo esserne cliente, fruirne. Si pensa che, visto lo scambio del bene o del servizio per denaro, ci sia una corrispettiva bidirezionalità rapportuale. Niente di così lontano dal buon senso.

Il valore attribuito al denaro è stabilito da un sistema aleatorio e pregiudicato: l'uomo. Porgendo denaro (oggetto valorizzato da qualcosa che non è sistemico e determinato) ottieni un servizio ed è così che il potere dell'immobile è insito nel piano d'esistenza materialistico in cui ci troviamo. La materia è materia. Mattone su mattone. Quello che conta è la possessione che, se supportata dalla propria creazione, concede il misticismo del potere.

L'immobile è lì. Il denaro confluisce. Come si può non tenere conto di questo? Il materialismo storico è il vero umanesimo: umanamente materiale. Del resto l'uomo è carne, corpo e, perfino nel ricordo spontaneo ed emotivo, si ricorda cosa ha posseduto un umano dopo la sua dipartita. Valore affettivo: è ciò che ci si appresta a dire di consueto quando si consegna valore ad un oggetto materiale di un defunto.

Ma l'ammissione del valore non è di natura emotiva bensì di natura materiale capace di sostituire il corpo del defunto. La mia riflessione culmina così: se è vero che un umano può scompensare emotivamente un altro umano, tramite pathos, secondo la scala delle emozioni positive e negative, è altrettanto possibile affermare che questa capacità ce l'ha intrinsecamente anche il materiale. Una casa può creare felicità edonistica istantanea così come un umano che decide il proprio consorte. Si, proprio quella persona fra le tante con i suoi egoismi difettosi. Ha scelto una casa e un umano. Si appoggia nel taschino il binomio felicitazione-luogo in cui vivere assieme alla felicitazione-persona con cui vivere. Siamo oggetti usati da elementi per conto di materiali.

L'oggetto è immortale, noi siamo soggetti al deterioramento.


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