Non avevo la minima aspettativa che dall’incontro tra Trump e Putin potesse risultare qualcosa di positivo, né tanto meno una sia pur minima parvenza di soluzione per la guerra in Ucraina.
No, non avevo aspettative. Ero solo curioso di vedere cosa avrebbero inscenato due personaggi, che è impossibile definire persone, a beneficio del restante mondo (in realtà solo per se stessi. Il risultato è andato ben al di là delle mie peggiori previsioni e ne sono uscito con un profondo senso di disgusto.
Uno spettacolo disgustoso, dunque, messo in onda da media desiderosi di ascolto che da giorni lo presentavano come “evento storico” ma, se qualcosa di storico c’è stato, non si è trattato altro che della manifestazione di una colossale beffa attraverso la quale i due hanno dimostrato ampiamente tutto il loro disprezzo per il diritto di informazione, dando ampia ed ennesima prova di non tenere in alcun conto il resto del mondo che, loro malgrado, esiste e li circonda.
Non una parola dunque sul tema effettivo dell’incontro; soltanto vane ciance sulla vicinanza geografica tra le due super-potenze nucleari, i loro intenti comuni (si legga affari, affari e ancora affari) e su come esse siano state alleate nella lotta contro il Nazismo, tralasciando di dire come si siano al contempo spartite il mondo tramite occupazione e successiva colonizzazione (materiale e ideologica) dei paesi sconfitti. Discorso – temo – solo in apparenza vuoto; ho infatti il timore che in qualche modo si stiano preparando a ripetere quell’esperienza e la frase di Trump con la quale ha affermato che Ucraini e Europei “dovranno accettare” quanto deciso, senza specificare cosa. E che “non ci ostacolino” ha aggiunto Putin. Minacce? Neppure tanto vaghe.
Dunque, cosa dobbiamo aspettarci da quell’infamia spacciata per vertice di pace? Difficile dirlo. Posso soltanto supporre che presto risentiremo parlare della Groenlandia e che la guerra in Ucraina terminerà quando Putin avrà raggiunto i suoi scopi, in attesa di ulteriori espansioni verso paesi baltici, Georgia e forse Romania, Nato o non Nato, tanto Trump non interverrà. D’altra parte Lavrov è stato abbastanza esplicito presentandosi con una maglietta recante la scritta URSS.
Grossi problemi all’orizzonte, dunque. Una eventuale invasione della Groenlandia da parte degli Usa implicherebbe una specie di dichiarazione, tacita ma esplicita, di guerra alla UE, visto che i dazi non sono bastati per renderla chiara. Che l’America non sia più dalla nostra parte dovrebbe ormai essere chiaro anche al più idiota degli idioti. Panama? Probabilmente sì (Trump vuole il canale e i soldi che procura) ma di Panama non frega niente a nessuno – sbagliando – perché ha un’importanza essenziale per il commercio mondiale. . Prevedo aumenti catastrofici per i prezzi di qualsiasi merce, anche quelle essenziali.
Quei due signori vogliono fare affari e spartirsi la torta (la torta siamo noi), ma prima o poi entreranno in conflitto, dato che un pollaio è sempre stretto per due galli (il pollaio siamo sempre noi). Dio non voglia che accada ma – temo – accadrà.
Ma di cosa vado parlando…? Siamo a Ferragosto, siamo in vacanza, vogliamo divertirci (dimenticando che, in fondo, si tratta di una festa religiosa e almeno un pensierino alla Madonna, ci si creda o meno, bisognerebbe dedicarlo).
Che ci importa (in realtà non molto) di due signori che invece di dedicarsi ad attività piacevoli se ne vanno al freddo dell’Alaska a parlare di non si sa cosa. Ma, forse, poverini, anche loro avevano caldo e impicciarsi non sta bene. Si sappia, però, che per loro la nostra trascuratezza è alimento vitale.
Non so perché alla fine dello “storico” incontro mi è venuta in mente una vecchia aria di un’opera lirica ormai fuori moda nella quale il protagonista cantava accoratamente “Ridi pagliaccio”. Lo faceva per non piangere.
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