Pubblicato il 13/12/2017 18:50:00
Io ti ricordo sempre, zia Maria, esile fiore della tua Baviera, fragile cuore dell'Italia mia, Italiana anche tu. Io ti rivedo alla veranda antica, quando estasiata, il tutto contemplavi; mistiche rose che natura offriva... Fiore di pesco, fiore di gaggia... E quanto verde, quale meraviglia! Bianchi e sottili, i bei capelli avevi e li avvolgevi nel chinon grazioso; il volto dolce, quasi di bambina. Per i tuoi occhi, color d'acqua marina, Natura ti elargì di un fior cilestre: era il miosótis, come nella veste turchina, e sparsa di minute gemme. “Oh qual dono di Dio! Son cento? Mille? Pinuccia, vieni.” E stringendomi al petto mi dicevi: “Son delicati, celestiali... belli noi li chiamammo gli occhi di Maria. Un giorno scriverai la nostalgia che al mio cuor si richiama.” La voce s'interruppe nell'incanto dell'azzurra poesia.
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