Pubblicato il 22/05/2024 08:52:47
C'era una volta una vecchia, che viveva di ricordi. La sua casa era piena di cianfrusaglie di ogni tipo. Aveva persino chiamato un pittore per farsi fare un quadro nel quale erano rappresentati oggetti della sua casa e altri, perduti. In realtà, il pittore aveva così tanti oggetti da dipingere, che era riuscito solo a creare una sorta di quadro surrealistico, dal quale emergevano, soprattutto, delle bocche, a simboleggiare desideri inespressi e spigoli, a simboleggiare tutto ciò che l'aveva ostacolata nel corso della sua esistenza. L'aria, nella sua casa, era davvero irrespirabile. E la donna sembrava trascinarsi dietro tutto questo con grande sforzo, visto che aveva molti chili di troppo. Questo ingombro di cose la rendeva acida, sgradevole. Invidiava i più giovani e segretamente sognava di vivere la gioventù che non aveva potuto vivere. Ma, un giorno, nella vasca da bagno, battè la testa mentre tentava, con sforzo, di adagiarvisi. Andò in un leggero stato d'incoscienza e sognò di cadere, nuda e leggera, in un 'cielo d'acqua' che l'avvolgeva come un velo di seta. La donna sentì una felicità inspiegabile e fatto ancor più strano, realizzò di aver battuto la testa. “Oh come vorrei sempre stare in questa beatitudine” disse. Senza più quei fardelli a cui mi aggrappo per paura di morire. Detto questo, si lasciò andare profondamente. Ora, non aveva più paura della morte. Approdò in un luogo, dove vide suo marito, il suo cane, un barboncino bianco, il gatto con cui aveva giocato quando era bambina. Era un posto dove, accanto a un grande lago, una creatura, certamente un maestro per la sua stazza imponente e il suo vestito bianco, la invitò ad immergersi. La donna provò imbarazzo per il suo corpo vecchio e pesante, ma diede la mano al maestro e scese nel lago. Mentre si immergeva, vide il quadro del pittore e gli oggetti della sua casa entrare nel lago con lei e svanire. Svanivano i serpenti, gli spigoli taglienti, le bocche che erano i suoi desideri, ma anche, ora vide, tutte le parole che l'avevano ferita. E lei scendeva, respirando come sulla terraferma. Ad un tratto, si accorse che il suo corpo era diventato leggerissimo e emergendo e guardando le sue braccia, vide che era tornata ragazza. Uscì dal lago e si specchiò. Non era più la stessa, ma una giovane donna bionda. Sapeva di aver attraversato una grande trasformazione e pianse. E capì che erano le sue lacrime sotterranee ad aver creato quel lago e ad averle permesso la rinascita. Quando lo pensò, vide dei frutti rossi su un albero e capì che erano mele, ma anche... Che erano lei! E lei era pure il lago, il maestro, quel paesaggio dolce e surreale. Capì che non sarebbe più tornata nella vita precedente. E lei stessa non voleva più un corpo grasso da vecchia, appesantito da fardelli inutili. Nella nuova vita avrebbe vissuto di più. Mangiato più gelati. Colto più fiori. Amato di più. Nella nuova vita, non avrebbe più conservato nulla.
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