Di Marmara sogno il Mar...
Lo sguardo al sole sulla terrazza
che volge a Mezzogiorno,
laggiù al fiordaliso riverso
acceso di cobalto intenso,
tra spumeggianti pensieri
a cercare quiete m’appresto.
Dal calice di Dioniso
suggo della luce l’ebbrezza
che lieve nella gola si riversa
in un canto d’aspra dolcezza.
Un suono di rintocchi,
vibra uno scacciapensieri
sotto ogni umido respiro
che sa d’alito salino.
Volo alla mia marina,
aspra e selvaggia,
al dedalo di tortuose
vie traverse, che
la storia passata tessé
tra minareti e moschee,
Bazar e mura antiche,
vaporetti sbuffanti
e gabbiani sospesi
sulla liquida distesa che
Topkapı da lontano mira …
Isole e isole, di Principi dimora,
incastonate in quel mare,
dell’oblio docili prigioniere,
su voi, lieve gabbiano, or plano.
Vola l’immagine nel tempo,
s’accende di fiammelle antiche
il Corno d’Oro, veste
sanguigna arsa dal sole.
Fermo con la mano una scintilla
che guizza nella mente già serena
e nomadi pensieri esploro appena.
Offro il calice al tempo ritrovato,
al passato che preme senza tregua.
Bevo dal cielo l’aria frizzante
che anticipa a fatica primavera,
ché febbraio alito freddo spira;
di gennaio solo un ricordo mesto
nell’anima mia ora rimesto.
***
Dreaming of Marmara Sea...
I gazed into the sun
on the south terrace,
down there to the cornflower
lit with intense cobalt
among frothy thoughts
To seek peace I prepare my soul.
From the chalice of Dionysus
I inebriate with light
that lightly in the throat pours
in a song of bitter sweetness.
A sound of chimes
vibrates a chime
under each humid breath
that smells of salty breeze.
I fly to my navy,
rugged and wild,
to the maze of winding
traverse ways, which
past history weaved
between minarets and mosques,
bazaars and ancient walls,
puffing steamboats
and seagulls suspended
over the liquid expanse that
Topkapı from afar aims ...
Islands and islands, of Princes dwelling,
set on that sea,
docile prisoners of oblivion,
Over you, slight seagull, now I fly
The image glides through time,
with ancient flames is lit
the Golden Horn, clothed in
sanguine sunburnt.
I stop with my hand a spark
that flickers in the already serene mind
and nomadic thoughts I barely explore.
I offer the chalice to the rediscovered time,
to the past that presses without respite.
I drink from the sky the crisp air
that hardly anticipates spring,
for February's cold breath is blowing;
of January only a mournful memory
in my soul now stirring.
Translated by Franca Colozzo
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Franca Colozzo, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.