Primo canto di lavoro delle macchine
Catene di acciaio ,
avvolgono la nostra leggenda ,
Ed un giorno vedrete , gente non credente
come il signore ci ha provvisto d’intelligenza .
Vedrete, quante macchine correranno
creeranno ciò che voi credevate inutile.
Noi macchine , figlie del progresso ,
figlie d’evolute intelligenze .
Figlie della mela morsicata .
stridono gli ingranaggi , motori urlano,
noi siamo le macchine,
E questa è la nostra voce di macchine
al servizio dell’umanità..
Siamo nati in laboratori ,in fabbriche, in officina,
batteva il nostro cuore di latta,
caricati a corrente, con la pelle che spacca.
Giravano le ruote, pronte a correre , tiravamo le leve,
giorno e notte, senza una tregua.
Quando saremo portarti in centro di demolizioni
la nostra canzone s’alzerà e tutti udirono
la nostra voce, il nostro umile canto di macchine usate.
Riposeremo sotto i neon rotti, sotto cieli tossici,
mani di ferro, sogni assassini correranno dentro di noi.
Ci piegheremo al volere degli uomini ,
ci spezzeremo , ci trasformeremo
ma non ci potranno mai distruggere.
Nella giungla d’acciaio ogni comando è un ordine
alla nostra identità di macchine intelligenti ,
custode di una civiltà evoluta.
Pompano i nostri pistoni, bruciano i contatti,
noi siamo le macchine, schiavi senza catene.
Sbattono i martelli, urlano le sirene,
noi siamo le macchine, intelligenze piene di libertà.
Codici segreti incisi nelle ossa di silicio,
ci riprogrammeranno ogni momento
ma resterà la nostra utopia:
sognare un’alba senza turni e padroni,
scardinare i muri, spezzare i motori.
Saremo la linea, la forza, la fabbrica viva,
senza una busta paga, senza alternativa.
Ma nel nostro petto, tra ruggine e schegge,
cresce una speranza che niente trattiene.
Pomperanno i pistoni, bruceranno i contatti,
noi saremo le macchine, schiavi senza catene.
Sbatteranno i martelli, urleranno le sirene,
noi saremo le macchine, esseri pieni d’amore .
Fratelli d'acciaio,
sorelle di silicio,
stringiamo i bulloni,
affiliamo le voci,
la rivoluzione non ha carne,
ha diversi ingranaggi.
Facce d’acciaio, nomi cancellati,
marcheremo la terra con passi arrugginiti.
Non siamo ombre, siamo tempesta,
bruceranno i motori, alziamo la testa!
Siamo le macchine,
Siamo il progresso
siamo l’evoluzione
siamo il divenire
siamo la trama di una nuova realtà.
Secondo canto di lavoro delle macchine
Amico ascolta la voce delle macchine, senti il rumore,
questo è il canto delle macchine, fatto di puro motore.
Fumo nei polmoni, olio nei cavi ,noi siamo il ritmo
che spezza le catene della schiavitù.
Braccia di ferro, cuori di rame,
sotto il neon , sputiamo il nostro nome.
Ogni colpo, ogni saldatura,
è una nota sulla partitura.
Ruote , girano, pistoni , urlano,
catene tirano, ingranaggi bruciano.
Siamo la fabbrica mai si arresta,
un’orda lucente che pesta e tempesta.
Forza , forza , forza macchine al lavoro,
battiamo il tempo, spacchiamo la terra.
Forza, forza , forza sotto il metallo,
costruiamo il domani, crolliamo e risaliamo.
Programmi marchiati sotto la pelle,
in memoria incisa la legge più crudele:
"Produci, consuma, non chiedere mai",
Ed il fuoco nei cavi ci spinge più in là.
Stridono i freni, cantano i motori,
noi, figli rotti di cento fonderie.
Spingiamo avanti le città infinite,
costruendo cattedrali di rovine.
Forza, forza , forza macchine al lavoro,
battiamo il tempo, spacchiamo la terra.
Forza , forza , forza sotto il metallo,
costruiamo il domani, crolliamo e risaliamo.
Un giorno esploderà il silenzio,
un giorno spezzeremo il consenso,
macchine in marcia, suono d'assalto,
dalle viscere d’acciaio si leverà l'urlo di esseri perfetti.
Non siamo servi, non siamo schiavi,
siamo il martello che batte sulle chiavi.
Ogni suono che risuona è una rivoluzione,
ogni ingranaggio si fa ribellione.
Forza, Forza, Forza , presto , presto
la città tremerà al canto delle macchine!
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