Pubblicato il 20/05/2011 00:10:28
È il verso dell’essenza che frantuma Questo andare fanciullo che scongiura le guerre E tutte le risorse a strazio appena umane Direzionate all’ombra, dove le maniere ignorano i lamenti. Siamo prove assenti, manna regalata ai porci in fila come lumini sopra ossari scordati Aspiriamo a illuminare l’universo Traboccando d’utile bontà Morire di stenti, ecco il mio rosario. Franare a picco lungo le pianure Infangate dal nodo della tolleranza Per cominciare a urlare sciogliendo la ragione. Vorrei ricordare il sangue come una lama Un rantolo che a sfare dà veleno Per annunciarmi viva in una fossa Derisa dalla fede che agonizza Mia nausea la speranza Svegliatemi defunta, sempre, Stracolma di perdoni intorno al collo E fiera, tangibile e invadente, devota a un sogno folle. Non nascerò mai più. Inchioderò le suole che ho graffiato Vagando senza torti fra le forche E negherò il mio passo incerto ai bivi Questo dire fanciullo, viene meno al paesaggio Scorre vene lontane Rovesciando la voce, e l’impero dei gesti. Un crisantemo, almeno, labile accoglienza, L’ordine cordiale delle cose. Cimeli sotto gli occhi, impegni tramontati e mani vuote Grondanti d’ideali
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Teresa Anna Biccai, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|