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Le questioni ultime

Argomento: Filosofia/Scienza

di guido brunetti
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Pubblicato il 26/01/2023 18:06:43

 

 

Guido Brunetti

 Le questioni ultime

 

  Da sempre gli uomini si sono posti le stesse domande esistenziali che la filosofia, la religione e la scienza hanno cercato di risolvere nel corso dei secoli. Finora, le grandi questioni dell'umanità sono ancora senza risposte     Esse sono le seguenti:

  1. Il problema della creazione. Da dove ha origine l'universo? E' sempre esistito? E che scopo ha? Perché esiste qualcosa e non il Nulla?

  2. Perché esiste ordine e non il caos nell' universo

  3. Come è emersa e come si è evoluta la vita?

  4. Come è comparsa la cosciena e che scopo ha?

  5. Esiste il libero arbitrio? Se sì, come si concilia con le leggi fisiche?

 

   Insomma, da dove veniamo e dove andiamo, l'esistenza di Dio e dell'anima, il senso della vita, la nascita dell'universo, l'origine e il destino del mondo sono problemi- scrive Corrado Malanga nel suo libro "Io e Dio" (Spazio Interiore, Roma)- ancora ed eternamente attuali. 

 

  Intanto, come è possibile risolvere il problema della creazione? L'inizio dell'universo, per lo scienziato Federico Faggin è qualcosa che è "al di fuori della portata della nostra mente e non potrà mai essere risolto". I problemi della coscienza e del libero arbitrio vengono risolti, asserendo che queste qualità "emergono" negli organismi che possiedono un cervello evoluto". Sta di fatto che la scienza crede che coscienza e libero arbitrio non esistano. Tutto ciò che esiste, per la scienza, è la realtà fisica. Noi saremmo semplicemente il corpo, cioè una macchina. Quando il corpo muore, tutto "finisce". Altri scienziati invece affermano che la mente, la coscienza e la vita esistano fin dall'inizio e che siamo esseri "eterni, coscienti, non corpi deperibili".

 

   Circa il problema di Dio, ci domandiamo: Dio esiste? E se esiste, com'è fatto?".

   

  Filosofi e teologi, come Sant' Agostino (354) e Sant' Anselmo d'Aosta (1033), hanno tentato di fornire una dimostrazione dell'esistenza di Dio. Sant' Agostino pone al centro della sua concezione ontologica Dio definito l'essere supremo, perfetto e immutabile, dal quale derivano gli altri esseri. Dio ha tre attributi: 1. E' essere al sommo grado (Padre); 2. E' verità o Logos che si rivela (Figlio); 3. E' amore che si offre a chi ama (Spirito Santo). L'uomo- afferma- trova Dio attraverso una ricerca interiore.

 

   Nella filosofia agostiniana, fede e ragione non sono in contrapposizione, bensì legate da un rapporto espresso dal principio: crede ut intelligas ( credi per comprendere) e intellige ut credas (comprendi per credere). La definizione caratteristica più profonda di Dio per i teologi è quella di essere Perfetto.

 

   Per Sant'Anselmo d'Aosta, considerato uno dei massimi esponenti del pensiero medioevale, l' argomento ontologico della dimostrazione dell'esistenza di Dio si basa sulla constatazione che le cose del mondo sono caratterizzate da "gradi diversi di perfezione". Se le cose sono più o meno perfette, ciò dipende dal fatto che queste partecipano, in maniera più o meno diretta, di un ente assolutamente perfetto.

   

   Gli attributi di questo ente sono: il sommo bene, la perfezione e la stessa esistenza. Questi attributi- spiega Anselmo- "coincidono" con il Dio della rivelazione cristiana. La perfezione divina poi implica anche le caratteristiche di eternità e intelligenza. L'esitenza delle cose create presuppone quindi l'esistenza d un "sommo principio", il quale non ha bisogno di nulla.

 

   Dio è definito da Anselmo come "l'ente di cui non si può pensare niente di maggiore. Chiunque, anche lo "stolto" o chi non crede in Dio, comprende tale definizione, formandosi mentalmente il concetto di un ente sommamente grande, del quale sia impossibile pensare qualcosa di maggiore. L'esistenza di Dio esiste non solamente nella mente dell'essere umano, ma anche nella realtà esterna, nel mondo effettivo delle cose.

 

   E la scienza che cosa dice?

   Per la scienza moderna, una cosa esiste solo se fa qualcosa, ossia se viene a essere "apparente", che appare ai nostri sensi.

  Dio per essere analizzato deve avere una natura materiale, deve cioè essere osservabile e descrivibile. Per la teologia invece Dio può esistere senza che debba essere oggettivabile. Se Dio esiste, anche l'universo esiste? La risposta è positiva, poiché Dio per definizione è colui che ha creato l'universo. Per i teologi, se esiste l'universo anche Dio esiste.

 

  In realtà, la scienza- come sostiene Corrado Malanga nel suo libro "Io e Dio" (Spazio Interiore, Roma)- appare "incapace" di risolvere il problema, attribuendo la creazione dell'universo al "caso". Entrambi gli approcci risultano incompleti.

 

   Noi, dicono gli scienziati, non possiamo studiare e spiegare Dio perché non è "osservabile". Qualsiasi cosa non possa essere descritta dunque non esiste. Con ciò, rivelando l'esistenza di notevoli limitazioni scientifiche.

   Scienza e religione sono incapaci di "provare" l'esistenza di Dio.

 

   E tuttavia, c'è l'esigenza di affrontare un problema che sembra irrisolvibile, in quanto non abbiamo, secondo Malanga, gli strumenti cognitivi per cercare la soluzione e rispondere oggettivamente.

 

   Abbiamo due concezioni differenti. Da un lato, c'è la religione che fa affidamento sui misteri della fede considerati come dogmi; dall'altro, abbiamo gli scienziati, i quali  al posto dei dogmi della fede pongono i dogmi della scienza, che sono le leggi della fisica, una sorta di religione a cui affidare- sottolinea Malanga- il destino della Creazione.

 

   Gli scienziati vogliono in sostanza sostituire Dio con la teoria dell'evoluzione e mostrare che la selezione naturale e la sopravvivenza del più adatto portano alla complessità dell'esistenza e che dunque, secondo Dawkins, "non c'è bisogno di Dio, di un creatore esterno". L'universo- aggiungono- è apparso fuori dal "nulla". L'evoluzione darwiniana poi  spiega anche lo sviluppo della coscienza e della moralità e non occorre, secondo questi scienziati, un "testo sacro" per dirci come dobbiamo comportarci (Dennett). Le leggi della fisica da sole sono "sufficienti" a spiegare le origini dell'universo e l'evoluzione della mente umana in risposta alla necessità della sopravvivenza.

 

   In realtà, esistono dei limiti alle spiegazioni della scienza. Sono limiti insiti nel metodo scientifico stesso (McGrath). Ci sono questioni esistenziali di più ampia portata e campi del sapere che restano al di là della sua competenza, oltre le sue possibilità.

   La scienza- ha scritto Einstein- può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, e al di fuori del suo ambito restano necessari i giudizi di valore di ogni genere".

 

   La scienza- come chiarisce il filosofo J. Ortega y Gasset- si caratterizza per il rigore delle sue precisioni, ma lascia "intatte le questioni ultime, decisive".

   La nostra mente ci spinge oltre per indagare ciò che sta al di là della scienza. Come possiamo vivere, restando sordi alle ultime, drammatiche domande? "Da dove viene il mondo e dove va? Qual è il senso essenziale della vita?"

 

   Nella natura umana, per Freud, è insito un profondo istinto che ci spinge alla ricerca del significato e del trascendente. Esiste una visione più complessa e articolata della vita e del mondo, che assume una trama piena di significato. E' una questione che sta a cuore al filosofo Wittgenstein, il quale scrive: "Credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso".

 

   Sono questioni che restano al di là dell'indagine scientifica. Sono sfide intellettuali che vanno raccolte ed analizzate. La religione, la credenza in Dio, l'idea dell'anima e del trascendente sono in grado di arricchire la stessa scienza.

   Scienza e religione, ragione e fede hanno prospettive diverse, ma sono complementari. La religione ci aiuta a dare un senso all'esistenza e alla stessa impresa scientifica.  Trovare un senso alla vita significa promuovere il proprio  benessere fisico e mentale, perché ci aiuta a superare l'incertezza e l'angoscia esistenziale.

   Il bisogno di Dio e del trascendente è un'esigenza biologica, innata, universale della persona umana.

    La scienza non può dimostrare l'esistenza di Dio né confutarla.

   Scienza e fede sono due delle più grandi conquiste dell'umanità. Sono espressioni dello spirito umano.                                                                        

    L' essere umano, cercando Dio, cerca e trova se stesso, il proprio io. E' un cammino alla ricerca della conoscenza di sé e delle terre incognite della nostra  interiorità, dilatando in tal modo la nostra vita spirituale. E' la concezione elaborata da Sant'Agostino, che si basa su questo principio: "In interiore homine habitat veritas". Se non scendiamo negli abissi della nostra interiorità- ha scritto il grande psichiatra Eugenio Borgna- non riusciremo mai a fare scelte nutrite di saggezza.

 

  Il pensiero di Agostino- e concludiamo- indica che l'essere umano nella sua ricerca deve "trascendere" le cose del mondo per "cogliere" la sua "radice" nella profondità della sua anima.

   Il tema agostiniano dell'interiorità si ripresenta in Cartesio, nella formula "cogito ergo sum", nella filosofia moderna, con Locke, Berkley, Leibniz, Kant, ecc. e nella filosofia del Novecento (Husserl, Ryle, Wittgenstein).

 


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