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Al Cinema con Cineuropa

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 07/02/2020 15:49:01


AL CINEMA CON CINEUROPA NEWS -

"Il ladro di giorni"
Articolo di Vittoria Scarpa.

21/10/2019 - Guido Lombardi porta al cinema una storia di doppia educazione sentimentale su sfondo criminale con protagonisti un padre e un figlio che si ritrovano dopo molti anniUna storia rimasta in cantiere per molto tempo (il soggetto vinse il Premio Solinas nel lontano 2007), diventata prima un romanzo e poi una sceneggiatura che nel corso degli anni si sono alimentati a vicenda, e che oggi, finalmente, approda sul grande schermo. Il ladro di giorni [+], terzo lungometraggio di Guido Lombardi (Là-bas - Educazione criminale [+]), presentato in selezione ufficiale alla 14ma Festa del Cinema di Roma, è un film che racchiude molte cose: un racconto di formazione, di vendetta e di sentimenti, un road movie con protagonisti un padre e suo figlio piccolo che si ritrovano dopo molti anni, un melodramma a sfondo criminale con qualche tocco di umorismo.

“Ti avevo detto di rimanere in macchina!”. Vincenzo (Riccardo Scamarcio) lo ripete a suo figlio undicenne Salvo (Augusto Zazzaro) ogni volta che compie un’azione criminale e non vuole che il bambino lo veda. Uscito di prigione dopo sette anni, è andato a riprendersi suo figlio in Trentino, dove è in custodia dalla zia, per passare qualche giorno con lui, ma anche per portare a termine una missione (il trasporto di un grosso quantitativo di droga, fatta passare per “farina”) da Nord a Sud, fino a Bari, in Puglia, la loro terra natale. Se incappi in un posto di blocco della polizia, “un bambino è meglio di una pistola”, è il credo di Vincenzo, convinto che la presenza di suo figlio lo terrà lontano dagli sbirri. All’inizio i due, che sono praticamente estranei, sono diffidenti l’uno dell’altro, in particolare il bambino, molto ben educato (è il primo della classe), è spaventato da questo padre “pirata” ricoperto di tatuaggi.

Ma come ogni road movie che si rispetti, la fine del viaggio li vedrà entrambi del tutto cambiati, e ritrovati. Niente di nuovo sotto il sole, è lecito pensare. A un certo punto, però, la storia vira in un’altra direzione, sulle tracce del presunto traditore, un professore d’arte (Carlo Cerciello) che sette anni prima spedì Vincenzo dritto in carcere, dopo essere stato prelevato da due carabinieri davanti agli occhi increduli di suo figlio, all’epoca di appena cinque anni, mentre erano sulla spiaggia intenti a farsi un tuffo in mare. Interessante l’elemento che questo filone della trama introduce: la banalità del crimine. Così come Vincenzo è un delinquente, sì, ma non un grande stratega, bensì un uomo sempliciotto, del Sud, capace anche di buoni sentimenti, vedremo come a volte dietro a un presunto tradimento possa esserci semplicemente un errore, una leggerezza che in pochi minuti può cambiare irrimediabilmente il corso degli eventi e di un’esistenza.

Il “ladro di giorni” è colui che ha privato Vincenzo di sette anni di vita con suo figlio, e suo figlio della presenza di un padre che gli infondesse il coraggio che gli manca. Leggiamo negli occhi di questo bambino la preoccupazione per la vita che conduce questo suo scellerato genitore, ma allo stesso tempo, per farsi amare e accettare da lui, lo segue nelle sue azioni fuorilegge e comincia a emularlo, nonostante il padre gli dica di girarsi dall’altra parte e di non guardare. Peccato che alcuni passaggi del film risultino poco chiari, che il personaggio di Scamarcio oscilli troppo tra cupezza e guasconeria rendendo difficile capire chi sia veramente, e che l’atto finale non trovi alcuna giustificazione, smorzando l’efficacia di tutto il resto.

Il ladro di giorni è una produzione Indigo Film, Bronx Film con Rai Cinema e Minerva Pictures Group. La distribuzione è affidata a Vision Distribution, le vendite internazionali a True Colours. Il romanzo “Il ladro di giorni” è stato pubblicato da Feltrinelli nell’aprile 2019.


Elio Germano è il protagonista di “Favolacce”
Articolo di Camillo De Marco.

04/02/2020 - L’attesa opera seconda dei fratelli D'Innocenzo sarà in concorso alla prossima Berlinale, dove esordì la loro opera prima La terra dell’abbastanza nel 2018.
Elio Germano è protagonista di Favolacce, attesa opera seconda dei fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo il cui brillante esordio, La terra dell'abbastanza, ricevette il battesimo internazionale al Festival di Berlino 2018, nella sezione Panorama. Sceneggiato dai due registi, il film è una favola nera, tra Italo Calvino e Gianni Rodari, che racconta senza filtri le dinamiche che legano i rapporti umani all'interno di una comunità di famiglie nella periferia Sud di Roma, dove cova un silenzioso e sottile sadismo dei padri, la passività delle madri, la rabbia dei ragazzi in un groviglio oscuro gravido di conseguenze drammatiche. Come spiegano gli autori, è “una storia corale nella comunità borghese della provincia laziale, lo sguardo è quello di un gruppo di undicenni. Il titolo è la crasi tra favole e parolacce, la chiave è quella del racconto grottesco".

Favolacce sarà in Concorso alla Berlinale 2020. Il neo-direttore Carlo Chatrian sottolinea che i gemelli D’Innocenzo sono i registi più giovani della competizione e definisce il film “un paesaggio con rovine. Non come i film del neorealismo e sulla seconda guerra mondiale, ma sulla distruzione della famiglia, tema universale e non solo legato alla società italiana". Ad affiancare Elio Germano ci sono Barbara Chichiarelli, Lino Musella, Gabriel Montesi, Max Malatesta, Tommaso Di Cola, Giulietta Rebeggiani, Justin Korovkin, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Giulia Galiani, Barbara Ronchi, Ileana D'Ambra, Cristina Pellegrino, Aldo Ottobrino, Sara Bertelà. La fotografia del film è di Paolo Carnera, il montaggio di Esmeralda Calabria, la scenografia di Emita Frigato e Paola Peraro, i costumi di Massimo Cantini Parrini.

"Favolacce" è una produzione targata Italia-Svizzera di Pepito Produzioni con Rai Cinema, in coproduzione con Vision Distribution, in associazione con QMI, in coproduzione con Amka Films e RSI Radio Televisione Svizzera/SRG SSR e sarà distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 16 aprile 2020 da Vision Distribution. La tedesca The Match Factory cura le vendite internazionali.


"The Man Who Sold His Skin" un film di Kaouther Ben Hania in post-produzione
Articolo di Davide Abbatescianni.

04/02/2020 - Il nuovo dramma della regista tunisina avrà come protagonisti Yahya Mahayni, Monica Bellucci, Koen de Bouw, Dea Liane e Wim Delvoye Kaouther. Ben Hania’s new project is now in post-production, as confirmed by Nadim Cheikhrouha, producer at Tanit Films (Dear Son, Beauty and the Dogs). The Tunisian director is best known for her previous features Challat of Tunis (2013), selected as the opening movie of the 2014 programme of screenings organised by the ACID (Association for Independent Film Distribution) in Cannes, and Beauty and the Dogs, chosen for the Un Certain Regard section of the 2017 Cannes Film Festival. The latter was also the Tunisian entry for the Academy Award for Best Foreign-language Film.

The story of this new film, penned in its entirety by the director herself, tells of the vicissitudes of Sam Ali, a Syrian refugee. In order to be able to travel to Europe and get back the love of his life, the man agrees to have his back tattooed by one of the most sulphurous contemporary artists of the moment. He then becomes a highly rated work on the art market. The stellar main cast chosen by Ben Hania includes actors Yahya Mahayni, Monica Bellucci, Koen de Bouw, Dea Liane and Wim Delvoye.

"The Man Who Sold His Skin" is being produced by Tanit Films (France), Cinétéléfilms (Tunisia), Twenty Twenty Vision (Germany), Kwassa Films (Belgium) and Laika Film & Television (Sweden), and co-produced by Canada’s Guillaume Rambourg, Istanbul-based firm Metafora Production (Turkey), and Tunisian brothers Lassaad and Rafik Kilani. Paris-based outfit BAC Films is in charge of its world sales. The film will be ready for theatrical release in autumn 2020.





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