Pubblicato il 02/06/2015 13:07:34
Rimiro il cielo cupo. L’aere grigio, malgrado l’ora mattutina, ricopre di mestizia il mare azzurro e i verdi monti. E assedia l’uomo, poi, con noia e tristezza ineffabili. Scorgo il sole, caparbio e disperato, cercare uno spiraglio in quel grigiore e urlar pietà per l’uomo in cotanta mestizia immerso. E vedo l’aere grigio ed implacabile, sbarrargli lento il passo, inesorabile.
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