Pubblicato il 05/10/2018 13:05:11
Ho scrutato e contemplato, con immane sforzo latrato dell’anima piega insanabile, le spaccature del cielo. Ho catturato, ho cercato di possedere il ricordo di un attimo di rosa profumato ma insidioso conato. Dilaniato e assente, confuso tra le gente, di sangue grondante di spirito morente. Solo quando viene sera arriva la morte del giorno tuo, intorno cessa il respiro di ogni vita, assumi il colore degli occhi del mio amato. Ruggine di fiato, di un corpo deserto da un preannunciato dissesto. Di schegge taglienti, speroni appuntiti, di bocche ammutolite anime silenti. Niente impedisce l’incedere, basta credere, osservare, il corpo che perisce se non può amare. Eppure siamo stati sotto lo stesso cielo.
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