Il genio non fa mai troppo rumore
passa lieve come fosse cometa
segue così la sua precisa traiettoria
lascia una decisa scia e scompare
disseminando intorno silenzio.
Non si sa quando o dove riappare
perché non c’è d’esso un’equazione.
In questo mondo d’esistenze pieno
c’è chi vive adempiendo a una missione
quasi invisibile tuttavia possente.
E il tuo vivere fu lungo e intenso.
Computo ed equazioni furono il pane
con cui alimentasti la fiducia d’andare
lontano, fino a conquistare il sovrumano.
Ma il divenire che tutto logora e trasforma
segue l’uomo fino a inesorabile destino
che inizia insieme al suo principio
e tutto ridimensiona e tutto cambia forma
ma nulla si crea, nulla si distrugge.
Perciò ora resti quasi un’emblema
della missione che a te assegnò la vita.
E io da qui oggi mi domando
se la tua mente che fu tanto capace
pensò mai d’elaborare un’equazione
per l’estrema traiettoria
che conduce l’uomo verso l’Eterno
e se nel tuo computar le stelle
ponesti anche te medesima tra quelle
ché io t’immagino ora come un frammento
ritornato lassù nell’ordine infinito
del nostro meraviglioso firmamento.
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