Il Pellicano fermo sul pilastro
di dura pietra che lo compone
invita a deporre antiche mestizie
per vasta più ariosa letizia.
Traluce tra un alfa e un omega
lo stretto passaggio di terra,
nascosto riparo di biciclette.
Partire è tornare fanciulli,
lied di gaiezza vibrato nel petto.
E come in un presto voltavi la testa -
sostavi curvando in strombato portale
che chiama materno e aperto invagina.
Sfiorare figure di legno in glissando
tra gessi miniati da mormorii -
intuito improvviso d’immenso.
Oh di fanciulla sovrasta ogni coro
nel trampolino per sogni soavi
che non sapevi fossero spenti.
rosa caleidoscopica rosa
ti volle qualcuno e ti asperse
in corde mei cordis silente
Andare sospinti dai rami
più taciturni e fatti viventi
scendendo da tronchi di vento -
rinati nel tutto più verde
su palchi cosparsi di foglie -
( il molo fin giù a capofitto,
lo sguardo annegato nel mare ).
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