Gli alberi delle foreste urbane
hanno rami intinti nell’inchiostro delle ciminiere
e radici sui binari delle metropolitane.
Gli alberi dei boschi cittadini
non vedono scoiattoli, ma
ratti ammantati d’amianti,
non cullano civette, ma
gabbie d’uomini intristiti e canarini.
Gli alberi delle valli industriali
restan di vedetta su monti di rottami,
mettendo frutti, e foglie
in promozione nei centri commerciali.
Noi, indiani dai margini, o dalle cantine,
assediati da governi e multinazionali
resistiamo non scorgendo tronchi,
su cui incidere le nostre ferite,
cuori e canzoni disperate,
nel vicino far west delle società occidentali,
dipendenti da alte dosi di cocaina,
e morali informatizzate.
[Riserva indiana, 2007]
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