Da due, o tre anni, mi trovo
trascinato dalle onde, franco banchisa,
nei freddi mari d'un'esistenza senza via d'uscita,
rimandato, d'assunzione in assunzione,
a assunzioni
in cieli intarsiati di modica, cifra,
su delusioni.
I soldi son finiti.
Gli amici, dementi, sventrati dentro,
in cerca d'oro, nei letti di fiumi
asciutti, nei letti asciutti di fiumi
di lacrime.
L'amore, con l'A maiuscola,
neanche so cosa sia,
dove si nasconda.
Batoste subite, obiettivi caduti,
sensibilità eccessiva, mixtum micidiale
d'isterici barbiturici nella sensazione tremenda
dello scorrere immobile d'anni futuri, danni futuri.
Non se ne esce, da soli,
in orbita dentro universi d'occhi sconvolti;
non se ne esce, da stelle,
serenità decadenti.
[Lame da rasoi, 2008]
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