Pubblicato il 06/08/2012 22:15:21
Canta ancora il mondo, sorregge la sua gloria. E sia. Ma vedendo l’offesa dell’ ingiustizia,la prevaricazione… ho concepito stame d’ altezza: lo sdegno,pensai, sorregga il mio volo. Ho tratto il vello agli aruspici, per il viaggio che nascondeva sementi e tempesta, fra nuvole e deserti di ferro e ossidiana ho raccolto eserciti di squame. Un angelo,se angelo era, solo in principio alla nostra irresistibile avanzata sovrappose le sue ali reticolari, poi il sollevarsi di nebbie, uno stridere di freni,lo scalpitare di cavalli al galoppo, il vuoto scarlatto,la conca, il tonfo disperato della parte avversa e al di là del furore del sangue il premio ambìto:la Contemplazione…
Ora il Palazzo è assediato, di là dai vetri della sua cortina, da un barlume di luce pulsante, quando discende Vesperus a nascondere e cancellare le forme conosciute in vastità d’ignoto e il vasto cielo è canto siderale, solcato da aeree peregrine sentinelle, come richiami di megattere,specie radiali di Luce… Ora, se avverto un richiamo è il silenzio che sibila nella mia stanza, indistinto, indistinto il battito del cuore in attesa e un vapore pervade, dentro e fuori, di fluida nebbia assetata di spezie…
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