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Aída Cartagena Portalatín

Argomento: Poesia

di Manuel Paolino
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Pubblicato il 07/09/2016 12:51:35

Aída Cartagena Portalatín (1918-1994), nacque il 18 di giugno a Moca, più tardi si trasferì nella capitale dominicana dove studiò all’Università e completò in seguito i suoi studi di carattere umanistico e artístico alla Sorbona di Parigi. I suoi frequenti viaggi in Europa, America Latina e Africa influenzarono e arricchirono molto la sua opera letteraria. Fece parte, unica donna, del gruppo della Poesia Sorprendida, per il quale nel 1944 pubblicò Víspera del sueño nella Collana El Desvelado Solitario. Antropologa, insegnate di Storia dell’Arte, molto legata alla cultura nera africana, il suo coraggio e il suo talento poetico la fecero imporre in un panorama sociale e letterario dominicano dominato dagli uomini.   



SED DEL DOLOR

 

El llanto de la tarde se apagó en la montaña
las palomas del sueño se han herido en las alas
la infinita ternura con que el olvido
acuna el dolor
para hacerlo olvidar
es una queja vaga rezagada en la arena
donde el dolor se abre
pero el agua no llega.

 

 

SETE DEL DOLORE

 

Il pianto del pomeriggio si è spento sulla montagna

le colombe del sonno si sono ferite le ali

l’infinita tenerezza con la quale la dimenticanza

culla il dolore

per farlo scordare

è un lamento vago lasciato indietro nella sabbia

dove il dolore s’apre

ma l’acqua non arriva.

 




DEL SUEÑO AL MUNDO


Del sueño al mundo
con un mundo en los ojos
que me ha dado mi sueño
con párpados abiertos en las dalias que nacen
en las aguas rendidas.

 

 

DAL SOGNO AL MONDO

 

Dal sogno al mondo

con un mondo negli occhi

che mi ha donato il mio sogno

con palpebre aperte sopra le dalie che nascono

sulle acque arrese.

 




VISPERA DEL SUEÑO 

 

Tierra se hará silencio,

risa no harán los hombre para que me hagan eterna,

llanto no harán las piedras para que me hagan arena.

Mi sangre se ha herido y se parece al fuego,

abísmate en olvido, sueño alma tu sueño,

la luz es solo sombra,

es víspera del sueño.

 

Nieve se irá al cielo y vestirá la luna,

se talarán los bosques para que la desnuden,

sabrá a dulzura la raíz de la hierba.

Amor:

los ojos de la luz quemarán sus pestañas;

te soñaré a mi lado,

en víspera del sueño.

 

Mundos de pies cansados,

descansarán. La sed de los recuerdos

tendrá lluvia de olvido.

Mi lecho se hará muelle sobre los cardos agrios;

soñaré con espigas,

es víspera del sueño.

 

Bocas querrán hablar

y no tendrán palabras.

Las piedras tendrán lenguas,

la arruga de la arena será tapiz de algas;

los mares serán mármoles;

soñaré en sus costales,

en vísperas del sueño.

 

El Tiempo

desde el cuerpo del Sol

con temblor de ceniza

ha reído a los hombres.

Cielos, mares, tierras.

Nacer, vivir y morir.

Los astros tienen sueño,

soñaré con los astros:

es víspera del sueño.

 

 

VIGILIA DEL SONNO

 

Terra si farà silenzio,

risata non faranno gli uomini per rendermi eterna,

pianto non faranno le pietre per rendermi sabbia.

Il mio sangue si è ferito e assomiglia al fuoco,

sporgiti nella dimenticanza, sogno il tuo sonno anima,

la luce è soltanto ombra,

è vigilia del sonno.

 

Neve andrà verso il cielo e vestirà la luna,

i boschi si abbatteranno per desnudarla,

saprà di dolcezza la radice dell’erba.

Amore:

gli occhi della luce bruceranno le proprie ciglia;

ti sognerò al mio fianco,

nella vigilia del sonno.

 

Mondi di piedi stanchi,

riposeranno. La sete dei ricordi

avrà pioggia di dimeticanza.

Il mio letto diventerà molle sopra le gramigne agri;

sognerò con spighe,

è vigilia del sonno.

 

Bocche vorranno parlare

e non avranno parole.

Le pietre avranno lingue,

la piega della sabbia sarà arazzo di alghe;

i mari saranno marmi;

sognerò fra le loro costiere,

nella vigilia del sonno.

 

Il Tempo

dal corpo del Sole

con tremito di cenere

ha riso agli uomini.

Cieli, mari, terre.

Nascere, vivere e morire.

Gli astri hanno sonno,

sognerò con gli astri:

è vigilia del sonno.  

 

 

 


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