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L’altra metà del cielo

Narrativa

Donatella Ferrara
Il Filo

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 12/05/2009 23:26:00

Anna de Noailles diceva “Non esiste nulla di reale oltre al sogno e all’amore”, e questa realtà unica ed univoca è ben rappresentata in questo libro di Donatella Ferrara, la quale incardina la sua prima prova letteraria su Mark ed Irene, innamorati ma assai feriti dalle loro precedenti esperienze sentimentali. Mark trova la moglie con un altro, nella sua casa, nel talamo nuziale, in atteggiamento che non lascia al povero Mark il benché minimo dubbio sulla fedeltà della moglie. Il fatto lo getta – come è lecito aspettarsi – nella più nera e cupa disperazione, sottolineata foscamente, e ricordata a ondate susseguentisi nel corso della narrazione, annerita viepiù dalla sua totale incapacità di ritrovare la fiducia nell’Amore. Amore che busserà tuttavia ben presto alla sua porta con i verdissimi occhi di Irene, sua efficiente e devota segretaria, anch’essa tradita, disillusa e sfiduciata. Come è normale – e anche un po’ il lettore ci spera – i due non tarderanno ad innamorarsi follemente, salvo frenare i propri istinti per terrore di farsi ancora, un’altra volta, del male. L’avvenente capo e la bellissima segretaria ceneranno in prestigiosi ristoranti milanesi, gireranno mezza Europa spargendo al vento, come petali profumati, i segni del loro amore, se ne accorgeranno tutti, ma loro, caparbiamente, continueranno a negare anche a loro stessi il forte sentimento che li lega. Irene sarà la prima a capitolare confessando a Mark il suo amore, gettando ancor più l’uomo nel panico e nell’incapacità di dare corso ai suoi sentimenti, ormai ben maturi. Sarà Fabrizio cocciuto ex di Irene ad intervenire come deus ex machina, suscitando la gelosia di Mark lo spronerà a porre il suo sigillo di fidanzato ufficiale rompendo gli indugi, ed una volta fatto il passo decisivo i due neo-fidanzati cercheranno di recuperare il tempo perduto, facendo donare dall’autrice al lettore pagine di sofisticato soft core meneghino. Ma i “ma” non sono terminati così facilmente, la ragazza non paga di mille e più dimostrazioni vuole sentire pronunciate dalle labbra di Mark (immaginiamo con accento anglosassone) quelle cinque fatidiche lettere che compongono la parola “ti amo”; ma il bel tenebroso, ancora una volta, ha paura, teme di poter tornare a soffrire, quindi, invece di provare a passare più tempo insieme per fugare qualsiasi dubbio, i due decidono di passare le vacanze separate in modo da potersi arrovellare per bene e per farci conoscere la bella famiglia di Irene. Mark vola in Scozia dai genitori e la bellissima Irene in Toscana da mamma e papà e parenti vari, la famigliola è subito aumentata di un elemento, infatti la fanciulla porta in grembo il frutto del suo amore, che però si trova nelle Highlands a crucciarsi e a versare calde lacrime sulle spalle genitoriali. Ma finalmente la decisione è presa, Mark non può vivere senza Irene e improvvisamente (con grandi sospiri del lettore) vola in Toscana e l’amore trionfa.
Una storia lieta e spensierata nel suo svolgimento, con il suo bravo happy ending, condotta con piglio saldo e felice dall’autrice che ambienta la vicenda in quello che si suppone sia il suo ambiente di lavoro, e chissà quanto c’è di reale nella vicenda dei due…
Comunque il romanzo resta un delizioso esordio costruito con una scrittura garbata, ben equilibrata, con un linguaggio semplice ma che sa andare in profondità nelle situazioni e tratteggia in modo efficace le psicologie dei due protagonisti. Congratulazioni per la signora Ferrara, che chissà se serba per il futuro un nuovo capitolo della vita di Irene e Mark o sta già lavorando a qualcosa di nuovo.

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