Pubblicato il 20/03/2014 21:31:49
E' come se finora avessi sempre diffidato di te, o poesia. Temevo forse di accostar la tua incandescenza e di bruciarmi le ali come falena presso alla lucerna. Ma adesso che all'autunno mia stagione volge e si screzia di mille colori, fui dal tuo incanto infine vinta e presa. Tu insperata venisti ed inattesa a dare il tuo conforto in ore oscure. Aveva la mia colpa ogni valore tolto alle umane frasi, ed anche al pianto. Fu allora che il linguaggio tuo divino le tenebre schiarò con il suo raggio e serenando vinse la tempesta. Ed ora quando nella notte buia più incalzano i fantasmi, le paure, le angoscie, a te mi volgo e nella tua parola cerco un senso al dolore ed un riscatto. Tu nel deserto del soffrire umano ti schiudi unico fiore e sulle nostre sciagure stai sospesa e brilli lieve come l'arco iridato.
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