Con gli occhi alla finestra ogni tanto piange
chiuso nell’atto volontario di vivere tutto
attraverso il convincimento fragile
che ogni cosa che lo tocca non è mai stata
e mai sarà sua
Si è chiuso dietro un vetro
e da lì non sente o vede niente, piange
ancora una volta ignorando
la montagna che è messa lì inutilmente
la pausa del canto degli uccellini tra i rami
che torneranno anche domani
e forse tornerà anche lui
Messo dietro una finestra
piange perché vivere non lascia via di uscita
piange perché alla semplicità delle cose
non c’è nulla che possa aggiungere
convinto anche lui che manifestarsi o meno sarebbe
comunque un pessimo intervento
Chiusi da una finestra
si piange perché uscire è una scelta, l’occasione
di restare increduli a tutto ciò è che fuori
che da sempre è impegnato a crescere e portare
ignari, che aiuti o non aiuti il mondo aspetta l’oro
quello in bocca di chi convive, di chi è ospite
e coincide, di chi ascolta e dopo, solo dopo
aver compreso le sue stupide pretese
adesso ride
L’uomo rassegnato sceglie la sua casa in base alla finestra
ci porta ogni cosa voglia proteggere
da tutto ciò che fuori è perfetto per come lo vede
spietato, selvaggio, faticoso, inutile e montuoso
e dopo aver pianto per tutto questo
torna ai suoi ozi e lascia
che si annoi a morte anche il suo cane.
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