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la lingerie di una volta

Argomento: Alimentazione

di Gerardo Miele
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Pubblicato il 08/04/2016 23:41:52

Racconti della serie:”Come eravamo”

La “lingerie” di una volta
Beh,come consolazione possiamo anteporre che: non solo dalle nostre parti,ma anche nelle zone vicine,gli usi e costumi erano pressochè uguali,quindi,possiamo dire:mal comune mezzo gaudio!
Non è che voglio affondare il coltello nella piaga,ma se il passato ci aiuta a comprendere il presente e forse anche il futuro,ogni tanto fare qualche riflessione sulla nostra esistenza potrebbe essere molto salutare.
Per capire bene l’evoluzione dell’”arredamento intimo”,bisogna partire dall’inizio della nostra vita,più precisamente,dai primi anni del secolo scorso(potendoci avvalere di testimonianze che quel periodo l’hanno vissuto)e fino ai giorni nostri.
Premesso che: i pannolini li hanno inventati all’incirca negli anni 60,e che prima di quel periodo le famiglie italiane,comprese quelle raponesi,non navigavano certo nell’oro,anzi,il contrario, Premesso che: a quei tempi era molto sviluppata l’arte “dell’arrangiarsi”, non si buttava via niente, si riutilizzava tutto.Beh! Tutto sommato adesso potremmo dire:”Meno male che siamo sopravvissuti!”
Appena nati,per coprire le parti intime,ai bambini venivano fatti indossare un sorta di camicia e una mutandina rigorosamente fatte a mano.Detto abbigliamento,veniva ricavato principalmente da qualche lenzuolo o qualche abbigliamento disfatto,raramente da pezzi di stoffa comprati per l’occasione.Molto spesso,anzi,quasi sempre,si riutilizzavano gli indumenti dei famigliari ormai maggiorenni.
Fino all’età di un anno(più o meno),i bambini(maschi e femmine) venivano avvolti da una fascia che li avvolgeva dai piedi fino al collo,lasciando loro libere solo le mani.
Sembravano proprio come delle piccole mummie imbalsamate,che venivano poi sfasciate ogni volta che si rendeva indispensabile il cambio della”mutandina”.
Non si conosce bene l’origine di questa usanza,ma probabilmente era dettata da qualche convinzione medica di allora.Quando poi giungeva il momento in cui i bambini potevano cominciare a muovere i primi passi,li si sfasciavano definitivamente.AI maschietti venivano fatti indossare dei pantaloni coi “trantl”(bretelle), corti e aperti davanti e di dietro,senza mutande,così da “agevolare” l’evaquazione , e che indossavano fino a quando non erano in grado di “autogestirsi”.Si coprivano le gambe con delle calze spesse fino al ginocchio, e tenute ferme da una molla elastica(anche in inverno).Personalmente ricordo che anch’io le ho indossate fino all’età di cinque o sei anni.Per le bambine,la gonna sostituiva il pantalone,per il “resto” era tutto uguale.Non ricordo di preciso,l’uso della carta igienica in quel periodo,ma su questo… voglio stendere un velo pietoso!
Le persone anziane,a volte anche le adulte,spesso non usavano indossare mutande. Quasi tutti i maschi “anziani”,indossavano delle mutande lunghe di lana o di cotone,quasi tutte “residuati bellici”, ovvero, l’equipaggiamento che indossavano quando erano soldati e che continuavano ad usare anche con l’ausilio di qualche toppa.Le donne anziane,che vestivano ancora con i vestiti larghi e tipici dell’epoca,erano più o meno nella stessa situazione dei maschi.Non oso pensare però,anche se lo so,come facevano queste donne tanti anni fa a “gestire” i loro giorni difficili di ogni mese,senza pannolini,senza bidè in casa,spesso anche in abitazioni senza acqua e senza servizi igienici,per non parlare di tutto il resto!Una persona a me’ molto vicina,mi racconto’ che tanti anni fa,quand’era ancora giovane,nel giorno del suo matrimonio era molto preoccupata di quando sarebbe giunto il momento di ballare,poichè a quell’epoca si indossavano mutande senza elastico e tenute ferme da una fascetta stretta(a sciulidd) di tessuto annodata con il “fiocco”;la stessa persona,temeva che durante il ballo della sposa le mutande si sarebbero sfilate.Per ovviare a ciò, fece un nodo talmente stretto che si beccò pure un bel mal di pancia!
Poi a fine anni 50,all’inizio del boom economico italiano,nelle fiere si cominciavano a comprare e vendere abbigliamento intimo di serie, con prezzi accessibili,e poco dopo iniziarono ad arrivare anche i primi pannolini.
Dulcis in fundo,ricordo che fino agli inizi degli anni 60,sia a Rapone che nel sud Italia,quasi nessuno per dormire indossava i moderni pigiami.Il mio primo pigiama l’ho avuto all’età di 7/8 anni,un pigiama fatto confezionare da mia madre,e ricavato da una stoffa che doveva servire per fare il materasso”r cuoffl”(foglie di pannocchie di granoturco),quindi abbastanza rigido,fatto a strisce verticali come quelli che indossavano i carcerati,ma che io indossavo con piacere, poichè in quel periodo, avevo appena saputo che anche qualche mio amico aveva appena iniziato ad indossarlo anche lui.
A pensarci bene,le prime,chiamiamole”mutande” che ho indossato,somigliavano molto ai boxer non elasticizzati che indossiamo adesso! E poi dicono che la moda non ritorna! Ritorna,ritorna,eccome che ritorna!
Gerardo Miele

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