A est non andrò più.
Al tuo sogno Augusto
ho dedicato la mia vita
e migliaia d’altre
sotto il trascorrere dei cieli
ne ho immolate a nutrire
di terre il tuo impero.
Ma a est non andrò più.
Stanotte mi schiuse un sogno
la fine delle nostre campagne:
era nostro il globo intero,
a eccezione d’un regno;
in testa all’avanguardia,
nella luce alleata della luna,
straziavo villaggi,
e non incontravamo soldati.
Essi erano alla fine,
di spalle, e così li prendemmo
e a loro anche portammo la morte.
Avevano voci giovani.
Nel voltarmi a cercare
la gioia dei miei uomini
c'era ancora il villaggio
attorno a loro, e il mio pugnale
nel sangue lucente
tra le spalle di mio padre.
L'uomo che la mia lama
finiva di spegnere
aveva la tua faccia; cadesti
che il riflesso dei soldati,
nella tua pupilla marmorea,
ancora mi dilaniava.
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