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Serie sinfonica (suite)

Romanzo

Mario Masini
Lalli Editore

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 26/02/2010 18:21:00

L’amore, come è noto, dà grandi frutti alle vite cui si affaccia, a volte però tra questi frutti se ne nasconde qualcuno avvelenato. È quanto impara Matteo, lungo le pagine di questo romanzo. Ragazzo di umili natali, grazie alla sua bravura e dedizione riesce a farsi strada nella professione, giungendo a lambire un mondo abitato da persone diverse da lui, per il solo fatto di essere molto ricche. In questo milieu Matteo incontra Marina, bella e viziata, e se ne innamora. Marina non pare capace di nutrire un sentimento tanto bello e puro, ed in fondo assai semplice, ella preferisce la bella vita, le gite con gli amici e riserva a Matteo delle attenzioni puramente marginali, lo considera soltanto come un “oggetto” decorativo. Matteo è assai ostinato e riesce a sposarla, ma la vita matrimoniale si rivela ben presto molto diversa da come egli si era immaginato, la moglie non intende cambiare stile di vita e alle serate accanto al focolare domestico preferisce gli amici e le notti in discoteca. Tuttavia dal matrimonio nasce una bambina, subito affidata ad una balia per non stancare Marina, la quale non si capisce se è affezionata alla bambina o invece la consideri semplicemente un oggetto in più da possedere. Purtroppo sarà valida la seconda ipotesi, infatti, quando la piccola Sofia si ammalerà seriamente e verrà ricoverata in un centro specializzato, per Marina sarà la goccia che fa traboccare il proverbiale vaso: visto che il bell’“oggetto” è fuori uso, preferisce non considerarlo più, anzi perde l’ultimo briciolo di legame con il marito e lo lascia. Matteo si divide tra la bambina, il lavoro e il tentare di restare in contatto con la ex moglie alla quale in fondo si sente ancora legato. Questi tentativi di mantenere un minimo legame gettano Marina in un vortice di assurdo furore, la donna comincia a dimostrare come chi è incapace di dare amore è altrettanto incapace di riceverlo, e questa incapacità desta in Marina un autentico odio, misto a scherno per Matteo. Finalmente l’uomo incontra una donna capace di dargli la serenità appena intravista e mai gustata, e con mille tentennamenti, anche perché la ragazza è assai più giovane di lui, si lascia andare ad un rapporto sereno, capace di far tornare anche la piccola Sofia in seno ad una famiglia felice. Ma Marina livida d’odio organizza una vendetta atroce contro Matteo – reo di averla amata – che passerà proprio attraverso Roberta, la nuova fidanzata di Matteo; pagine amare e tristi per quanto succede ma che l’autore riempie anche di belle riflessioni sull’essere vittima di certe atrocità e di come l’amore, anche se vero e forte può vacillare di fronte all’orrore di certi avvenimenti. E da qua alla conclusione del romanzo il passo è breve, ma non voglio svelare oltre per non togliere ai lettori la sorpresa.

Il romanzo è narrato molto bene, con un efficace ricorso al flash-back, per completare il quadro narrativo, e la psicologia dei personaggi principali è assai ben costruita e condotta con estrema coerenza lungo tutte le pagine. Il linguaggio è asciutto e preciso, talvolta si tinge leggermente di dialetto toscano (l’autore è nato a Firenze), alcune pagine però assumono connotati più enciclopedici che romanzeschi e questo offusca leggerissimamente il nitore di pagine molte belle. L’autore affronta con piglio deciso e mano capace argomenti anche difficili senza mai cedere a giudizi affrettati o semplici soluzioni, anzi riesce ad approfondire in modo molto bello ogni tema che affronta nella stesura del racconto. Un altro aspetto importante di questo “Serie sinfonica” è che partendo da fatti semplici, quasi sotto gli occhi di tutti nel quotidiano, riesce a costruire una vicenda carica di partecipazione ed introspezione assai acuta. L’autore dimostra che oltre ad essere tecnicamente capace ha una visione precisa e interessante sull'animo umano. Le sfumature dei sentimenti vengono analizzate con maestria ed usate per costruire le vicende con una certa efficacia, e dimostrano come certamente il romanzo è stato scritto con l’intento di dire qualcosa, oltre che di voler raccontare una storia.

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