“Non mangia che colombe l’amore, e ciò genera sangue caldo, e il sangue caldo genera caldi pensieri e i caldi pensieri generano calde azioni, e le calde azioni sono l’amore.”
William Shakespeare
L’afa, il caldo insopportabile di questi giorni stimola, pensieri particolari, riflessioni prese dalla cronaca quotidiana. Una donna di 70 anni portava a fare pipì il suo cane, un 50enne padre di famiglia, è sceso di casa, ha dato un violento calcio al cane e l’ha ucciso! Si è giustificato dicendo scusate è il caldo…
Aumentano gli episodi di violenza gratuiti, nelle chat virtuali come in quelle vere di tutti i giorni, si nota un aggressività, una non sopportazione, mancanza di pazienza molto evidente…
Insomma il caldo come portatore di violenza rabbia…ma per i poeti era altra cosa; POESIA!
“Un caldo sorriso è il linguaggio universale della cortesia” ha scritto il poeta William Arthur Ward, “felice è colui che dalla vita non esige più di quello che essa spontaneamente gli offre, facendosi guidare dall’istinto dei gatti, che cercano il sole quando c’è il sole e quando non c’è il sole, il caldo, dovunque esso sia” per Fernando Pessoa nel libro dell’inquietudine…insomma il caldo come rifugio dell’amore che fa a pugni con l’isteria e la violenza che si riscontra questi giorni…
Ma il caldo e la sua simbologia, è stato anche un ode alla donna. Come scrive Alain-Fournier ne Il corpo della donna scritto nel 1907, “la donna è in primo luogo, al tempo dell’infanzia, la madre, la madre che è una veste, una gonna tra le cui pieghe ci siamo rifugiati da bambini, per cercarvi un angolo caldo dove addormentarci…
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