Pubblicato il 30/05/2018 11:45:33
Perché piove e non so dare un nome a questo affanno e vorrei leggere i tuoi silenzi come parole nuove perché questo tempo fatto d’aria e d’acqua dissemina nell’erba splendori che non so più vedere alla tua mano voglio chiedere la carezza che manca – il gesto che toglie la distanza – alla voce il suono che mi desta. Se non si spegne il canto – il desiderio che spinge alle cose volute – questa grazia iniziata con l’alba è già profondo respiro.
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