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Quando L’ammore Morde

di Domenico De Ferraro
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Pubblicato il 27/03/2021 17:02:39

QUANDO L’AMMORE MORDE

 

MELODRAMMA AMOROSO NAPOLETANO

 

ATTO UNICO

 

Quando l’ammore morde si ricomincia sempre da quando  sei morto , da quando l’ammore ti ha messo a dura prova ,  ti ha trascinato nel dolore di molti . Nel dolore   di una donna,  di un uomo  . Tutto ha  sempre inizio  da quando la sorte,  ti ha  sedotto sotto un cielo colmo di stelle in compagnia di un ideale già malato  con tante idee danzanti  intorno a te che  fanno bella questa misera vita . E quella giostra di cavallucci e cavalieri erranti e come l’amore , ti ferisce  poi tutto scema nella musica . Trascinato verso il fondo , verso  un dubbio atroce , circoscritto nella sua espressività ,  nella logica del creato che ti  porterà a vedere la realtà  come fossi un bimbo felice con pochi soldi in tasca . Aggrappato a  quel sogno  piccino,  si fa avanti l’illusione,  la quale  apre  l’ali  nell’azzurro di giorni migliori , verso una nuova luce che illuminerà  l’ animo afflitto .  Tutto potrà  accadere , vita  trafitta  nell’orgoglio  ,  giorni uguali , tutto si spegnerà  , come fosse una luce nell’oscurità di giorni ,  trascinati via dal vento .  Alla fine  tutti ,saremo  diretti  verso  isole incantevoli  , verso questo ammore disperato.

 

Ricordi,  tutto non aveva senso  , avevi promesso , saresti stata mia per sempre , ma la morte ci ha traditi , entrambi  nel momento più inopportuno Ci ha condotto nel gioco di ombre bellicose, in nomi e cognomi  , utopie ,  volgari  , verdognole vergogne  tra rigagnoli e sogni  ove canticchiava   la rana salterina  vicino allo  steccato  , oltre quella  siepe  che divideva  per sempre questo nostro amore . Perduti saremo  in altri giorni  con il cuore in gola,  verso  quel baratro di emozioni che  inebrierà   questo cuore nel suo ricordo ,  lontani  dall’ odio , avvolti  in  forme  meretrice , cilestri , seducenti , traditi da un'altra logica  da un altro dire 

in timidi ricordi e ritmi  vari.

Forse avresti  dovuto invitarmi  a casa tua.

Avrei conosciuto tua  madre

Sarebbe stato bello

Avremmo,  sorriso  alla sua  salute

Ci saremmo baciati di nascosto

Poi le stelle ci avrebbe ammirato  fare l’ammore in un prato fiorito in  un vortice d’ immagine  tra corpi in fiamme , stelle  morenti che attraversano  questo universo .

Ricordi ,  quando ti aspettavo sotto casa.

Oggi mi hai tradito  con un mio amico, domani con chi sa chi

Verrai  domani a lavoro

Senz’altro

Oggi ti ho cercata disperatamente all’uscita

Io ero  dietro di te,  che ridevo di te

Ero perduto nella mia vita

Eccomi ora  di nuovo in attesa

Non sono la  tua donna , ne il  tuo ideale  disperato

Eccomi  in  questo  immaginario vagone ferroviario che mi porterà lontano cosi lontano in  tanti pensieri , sentimenti strappati , dalla terra in cui sono nato.

Pensa se ci fossimo conosciuti prima che tutto questo accadesse

Sarebbe stato , tutto cosi lecito

Non ti avrei mai lasciato per un'altra

Lo so anch’io sarei rimasto  accanto a te

Ora ci divide questo muro di finzioni  

Trascinati dalla sorte che segna il passo alla storia

La mia sorte è nera come la notte

Non disperare

Metto a cuocere la pasta

Non farla bollire molto

Dopo mi faccio una doccia

Sogno il tuo corpo ignudo , bagnato di lacrime .  

Mentre l’acqua  scivola tra i tuoi capelli , sulle tue labbra,  sul tuo seno piccoli e morbido , come il divano dove sedavamo quando ci baciavamo .

Ed il sole   esplodeva  nel nostro universo. 

Oggi  partirò,  andrò lontano da  questa passione

Non fare tardi all’appuntamento promesso

Spero  di non rinnegare  ogni cosa detta.

Non lasciare il tuo corpo , sotto la pioggia

Porterò  il tuo ricordo chiuso  dentro un barattolo

Berrai il sacro calice  della eterna giovinezza alla mia salute

Mi calerò nei panni altrui

Non farti uccidere , piccolo mio

Stai sicura , starò  assai accorto

Non chiedere all’assassino  il prezzo della tua vita

Farò come dici

Oggi , viaggio in  una  altra  vita ,  oggi gioco  con le mie  rime eretiche, cretine , appucundrute ,  cianciose , vaiasse,  schiuse  dentro allo sciorinare dei versi malandrini , in un ire in due , sotto un cielo  cosi caldo che sembra  un cappotto di pelliccia  di gatto.  E questa  vita  danza  da sola e mi conduce dove  credo ,  dove l’ammore vive  dove il vecchio siede dentro se stesso e rammenta d’essere di nuovo  giovane per   poter amare ancora . Ora il viaggio ci conduce in passioni senza fondo,  tra ombre fallaci , sinistri  personaggi,  sconvolti nella comune storia  che porterà a compimento questo nostro canto .  

Ora vorrei  essere vicino a te

Vorrei sussurrarti,  parole nuove

Anch’io lo vorrei

Vorrei  toccare il tuo viso,  il tuo seno

Ora siamo in viaggio in diverse direzioni nel delirio dei nostri sensi

Credo  non rintonerò indietro  

Rimarrò  in silenzio

Attenderò   la notte passi

Apri  presto la tua porta alla vita.

Ora non  posso

Salirò , fino alla tua camera

Sei pazzo

Forse lo sono

Forse avremmo dovuto stringere  le mani e pregare

Mi avresti , mai   amata  fino  a darmi un figlio

Pensa un figlio,  biondo,  dagli occhi azzurri come te

Pazzo  come te

Già come questa vita 

Come il vivere  che ci ha fatto incontrare

Ora , forse non sono  più solo

Ora stringo il mio domani tra le mie dita

Il mio credere mi rende una   facile preda

Non farti prendere dal pentimento.

Fuggiremo   insieme

Viaggeremo tanto lontano

Aldilà delle  nuvole

In questo universo senza senso

Nel tuo corpo

Nelle tue  tristi poesie.

In questo ed in quello

Sentirò di nuovo la tua voce

 Avvicinati e stringimi.

 Lasciati  andare

 Ho paura , tu mi ferisca di nuovo

 Non aver paura ogni cosa , sarà  come il tempo ha deciso

 Non sono  più sola

 Vivo in  questo attimo.

 Ubriaco di  versi

 Con il sapore dei tuoi baci

 Maccherone

 Siamo le  maschere  dell’amore

 

Sento ed oltre veggo nella confusa espressione il senso di un canto nuovo, prendere  in me il  sopravvento.  Trascinare  ogni sentimento  nella pietà  di una frase senza senso.  In un vortice di stornelli moreschi,  idiomi, inniche ipocrisie , leggiadre , fredde  come la morte che  chiude la porta in faccia al prossimo . E  nella disperata  illusioni si spegne la luce della coscienza , ed avviene  la propria trasformazione  in  una nuova immaginazione.

Dai che scherzo

Mi fai male

Tu mi  stravolgi  con i  tuoi dialoghi

E tu avvinci  il mio vivere

 Lo faremo viaggiando

 Lo faremo dentro una camera d’albergo

 Io e te ignudi sul letto

 Tu con i tuoi desideri

 Io, senza sapere , chi sono

 Mi trascini verso un  altro inferno

 Io  mi sento ferito nell’onore

 Dispersi siamo   in mezzo alla folla

 Io ti chiamo , tu non  mi rispondi

Ed eccoci immersi nell’amplesso che abbiamo  desiderato,  nella speranza  che ci è stata negata. Nascosti   sotto la gonna della vita  che sventola nel vento,  sulla nave che va sull’onde ed oltre io medito  i miei errori ,  nella triste storia che ci  ha uniti.

 Ora non ridere

 Ora dormo in mezzo ad un campo di  papaveri rossi

 Io sono , su  un treno di corsa.

 Gli angeli  volano al mio fianco

 Preparati presto ad incontrarmi  di nuovo.

 Porta una  bottiglia di vino

 Ti  vuoi  ubriacare ?

 Ma state bene tutti e due?

Cosa  è questo  ammore venduto per pochi denari.

 Io ti  credevo  un santo.

 Certo ci sono tanti motivi per cambiare

 Beh non tutte le ciambelle riescono con il buco

 Fatevi , sotto si mangia

Avanti popolo

Sono  squisite assai

Io ne voglio una a cioccolato

 Mangiate  tutti poi pregate per favore per me

 Non ti dimenticheremo cosi presto

 Io vi benedico

 Portate altro  vino

 Si balli tutta la sera sotto le stelle

 Io ti  credevo un ipocrita

 Ma dai  sono una persona cosi sincera

 Ma le mutande non le togli mai

 Ho comprato  un  nuovo capello di lana

 Orco cane , fa ancora molto  freddo

 Ora è  giunto l’ora di andare

 Entrambi andremo  su una nave verso le isole di pasqua

 Bello  , che ballo , che sballo

 Io penso ,  berremo per non essere più tristi.

Rideremo per amare ancora.

Saremo una sola cosa finalmente

Forse qualche nuvola  cadrà dal cielo

Saremo  una famiglia in quattro e quattr’otto

 Potremo dirci fortunati

 Ammireremo  i bei panorami

 Sarebbe  magnifico

 Guarda un uomo ,  vola in groppa ad un gabbiano

 Meraviglioso.

 Non vorrei mai più far ritorno alla realtà

 Anch’io

 Ora  ti piaccio di la verità

 Sarai condannato domani mattina ?

 Si per essere stato  ,  poeta.   

 

Forse saremo  condannati  entrambi , forse  questa storia insolita con due piccioni in una favola  , sarà  meglio chiuderla in  questo libretto  mai letto da nessuno.E mentre il treno fischia  il passante impettito , sotto il braccio della sua bella,  spiega come divenire ricchi con una azione .  La città si anima , cresce a dismisura , qualcuno riesce pure ad avere  qualcosa di buono.

La chiami poesia questa?

Ma è una cacata

Signorina

Non chiamatemi Brioscina

Beh  facciamo i seri

Chi ha fatto entrare , questa  marmaglia

Signorina  avete  una faccia rassignata  

Ma come te l’aggia dicere m’aggirano , cervella

 Questa è una scusa  

 Aprite voglio entrare. Io song lo pate

 Ma come a quest’ora  vi presentate ?

 Qui non c’è nessuno

 Cantate voi ultimi  alle timide luci dell’alba , la mesta esistenza.

  

Perduti   in  questo traffico ,  che  non è  più umano,   non ha più speranze,  ne allegre  canzoni da cantare , non ha  più sorrisi da donare.  Ed il traffico scorre , come un fiume di merda , per sopra e sotto i ponti  dove passano  i morti  , legati alla loro religione ad una ragione cruda,  dura da morire.  Saranno morti in tanti domani di nuovo,  tutto potrebbe essere inutile  , arrampicarsi , cercare di scappare   schiacciati  nella nostra storia in questo fuggire , verso qualcosa che non ha  più ragione d’essere.  Ed io mi pento,  mi trastullo , nella mia poesia , negli  anni  che passano  cosi veloci come fulmini a ciel sereni , come questi confusi versi  di  una grammatica celeste  che  viene  scritta   in silenzio.

E l’ odio  sarà il  fine   di se , ramingo dentro un  cuore  di ghiaccio dentro  un  bene  che   è stato  negato  a chi   è  stato ucciso.

 Ora io non sono più io

 Sono la voce di generazioni di   poeti

 Voce dei scugnizzi per strade affollate

 Voce di chi , non ha  più voce

 Io  vado  oltre me stesso

 Ue Pasquale

State una bellezza

 Perduto nella mia follia

 Forse  nù jorno   comprenderò  il senso dei miei  errori

 Ora non  ci  pensare più

 Mi riesce assai difficile volare ancora

 Pensa se fossi  ora là ,  dove Dio vuole

 Io sopra  una rosa

 Io in divisa ,  mezzo vestito

 Fai presto vieni a mangiare

 Sempre la stessa zuppa

 Questa casa è la mia storia

 Tre canti

 Che c’entra il cane

 Beh l’ammore è un cane a tre zampe

 A volte morde

 A volte ti darà, quello che nessuno ti ha mai voluto dare

 Non ci avevi  mai pensato

 Pensare è  bene ,  pensare troppo è un male.

 Ricorda ti aspetterà , sempre un pentimento.

 E tu  cosa speri dietro questi baffi da topo

 Una vita diversa , nei mie versi liberi.

 

Sotto un cielo oscuro,  seduto  su una panchina , sotto un lampione in mezzo  ad una  piazza , che si anima di tanta gente .

Io attendo.  La  gente,  entrerà  ed uscirà  da questa mia storia,  andrà  con il mio malessere , con la mia poesia al bar ,  si vestirà  dei miei versi  entrerà nella mia  vita  dopo aver  bevuto e  fumato. Dopo aver riso di me. Ci sarà  chi si spoglierà  dei suoi sogni  e tutti  andremo alla ricerca di un'altra gioia  in questa storia senza nome.   Senza ricordi , duri  da morire , duri da digerire , duro  come il cacio cavallo , come  è  dura   la notte che verrà . Seduti rimarremo  ,  sotto  le stelle ,  ci sussurreranno dolci versi in  questo mondo in delirio. Tutti ,  giungeremo ad  un punto senza ritorno , come quella volta in macchina che andavamo tutti insieme a mangiare la pizza  e tu portavi con te  una borsa piena di poesie   ed altre storie assurde,  senza accenti ,  senza verità  serie  , belle,  elette a grandi imprese.  Ed in  quella  inenarrabile  sera , provai ad afferrare, tutto il resto di nulla .  E lagnosa,  era la  mia  canzone  e tu cantavi  appreso a me , oh  vita , vita mia . Venisti  dove tutto ebbe inizio  , con due ali  dietro la schiena , sembravi un angelo  dalla  bocca languida e come un tempo che fu,  io  sognai d’essere aldilà di questo ammore , che  morde sempre quando meno te l’aspetti.

 


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