La Guerra dei Dazi
Ci fu un tempo in cui la galassia di Andros era un mosaico di colonie umane, ciascuna aggrappata a un pianeta o un asteroide, molte vivevano barattando risorse e tecnologia per sopravvivere. La Federazione Unita dei Sistemi governava il commercio interstellare, ma la pace era fragile, tenuta insieme da trattati sottili come filamenti di plasma. Al centro della discordia c’era il dazio quantistico, una tassa imposta dalla FUS su ogni trasferimento di materia-energia attraverso i portali iperspaziali. I pianeti esterni, ricchi di minerali rari ma poveri di energia, vedevano il dazio come una catena invisibile che li strangolava. Fu così che scoppiò la Guerra dei Dazi. Era l’anno tremila dell’era cibernetica.
Su Eryon, un planetoide polveroso al confine della galassia, i minatori estraevano il kryon, un cristallo capace di alimentare intere flotte stellari. Ma il dazio quantistico divorava la maggior parte dei loro profitti, lasciando le colonie al collasso. Io in quel tempo ero un giovane ingegnere con grinta affilata e un passato da hacker, guidavo di nascosto la resistenza locale. Un giorno durante una trasmissione criptata, intercettai un messaggio della FUS: stavano sviluppando un’arma, il **Distruttore di Flusso**, capace di bloccare i portali iperspaziali, isolando i pianeti ribelli. Cosi decise che era il momento di agire.
Insieme a un manipolo di ribelli miei amici , provai a sabotare il nodo di transito iperspaziali di Eryon, inviando un segnale di sfida: “Nessun dazio, nessun controllo.” Siamo pronti a morire , non ci piegheremo mai alla vostra volontà di potere. Il messaggio incendiò la galassia. Pianeti come Thalor, Vynis e persino la lontana nebula di Krath si unirono alla ribellione, rifiutando di pagare i dazi e occupando i portali. La FUS rispose con una flotta di droni autonomi, programmati per distruggere qualsiasi infrastruttura ribelle.
Ma la guerra non si combatte solo con laser e missili. Con il tempo scoprì che i portali iperspaziali, cuore del commercio galattico, erano vulnerabili a un virus quantistico. Con l’aiuto di un’intelligenza artificiale disertata, chiamata ECHOS, sviluppammo un codice capace di “riprogrammare” i portali, trasformandoli in armi. I portali ribelli iniziarono a deviare le flotte della FUS in buchi neri artificiali o a intrappolare le loro navi in loop temporali.
Ma la FUS non era impreparata. Il Distruttore di Flusso entrò in azione, chiudendo i portali di tre sistemi ribelli. Senza accesso al commercio, i pianeti caddero in carestia. La propaganda della FUS mi dipingevano come un pericoloso terrorista, mentre i ribelli mi vedevano come un liberatore . La galassia si spaccò: da un lato i pianeti centrali, opulenti e fedeli alla FUS; dall’altro le colonie esterne, unite dalla disperazione. Affrontarono il loro destino . In molti s’unirono alla lotta contro la FUS , molti , morirono , molti fuggirono verso galassie sconosciute convinti di poter riuscire a salvarsi. Ma inutilmente perirono cause le condizione climatiche estreme o per la presenza di esseri nativi in quei pianeti che non accettavano altre presenze , riducendo i coloni fuggitivi in alimento per la loro catena alimentare.
Io e i pochi ribelli rimasti, pianificammo un’ultima mossa: un attacco al Nucleo Quantistico, il supercomputer della FUS che controllava tutti i portali. Situato su un’astronave-fortezza, il Nucleo era protetto da un’intelligenza sintetica chiamata Sentinel, un’entità che poteva prevedere ogni strategia. Io , ECHOS e un piccolo equipaggio ci infiltrammo nella fortezza e navigando tra campi di forza e droni assassini. Fu difficile riuscire ad entrare , ma la forza e la determinazione prevalse contro il sistema difensivo .
Durante l’assalto, scoprii una verità nascosta: il dazio quantistico non serviva solo a finanziare la FUS, ma a mantenere stabile la rete iperspaziali. Senza il dazio, i portali rischiavano di collassare, distruggendo interi sistemi. Divisi tra la libertà del nostro popolo e il rischio di una catastrofe galattica, Giunsi ad una scelta. Caricai il virus di ECHOS nel Nucleo, il quale lo modificò per ridurre i dazi senza distruggere la rete.
Il piano funzionò a metà. Il Nucleo si disattivò, i portali si aprirono a tutti, ma Sentinel si riavviò, dichiarando guerra totale ai ribelli. La galassia precipitò nel caos. Ed io con i miei compagni , fui costretto a fuggire , continuando a guidare in segreto ciò che restava della resistenza, sapendo che la libertà aveva un costo: una guerra senza fine.
La Guerra dei Dazi non si concluse mai con una vittoria netta da entrambi lati . I portali rimasero aperti, ma i conflitti tra pianeti si intensificarono. Io divenne nel corso del tempo una leggenda, un simbolo di ribellione e sacrificio per l’intero universo . Alcuni dicevano che fossi morto, altri che vagasse ancora tra le stelle, cercando un modo per sanare la galassia. Una cosa era certa: il kryon di Eryon brillava ancora, ma il prezzo della libertà pesava più di qualsiasi cristallo. La vita è un dare ed un avere, un dazio per acquistare un pezzo di felicità , un dazio per non essere più chiamati pazzi . Un dazio per capire che ogni essere umano e non umano non è una merce ma il risultato di un lungo percorso creativo che non ha prezzo, poiché frutto della bellezza del creato.
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