Ero seduta lì da tanto,
da un tempo che non si può dire.
Frigo pieno, caffè sul tavolo.
Certo la gente non la preferivo,
meglio le anime del prato,
ma qualche saluto lo scambiavo.
Comunque, ero lì seduta
e lentamente mi sono appisolata
di un sonno inconcepibile,
da non resistere, un abisso.
Ma ero lì seduta e ogni tanto
pensavo.
Ai fiori trascurati e alle persiane
che sbattevano,
al cielo azzurro
che vedevo solo a tratti,
allo scroscio della pioggia
e agli uccellini che sicuramente
aspettavano le briciole.
E l'ho sentito, il vento,
quella bufera lunga, il suo ululato
di paura.
E dopo poco - non so davvero quando -
ho sentito il campanello.
Il campanello?
Ed è lì, è solo lì, che sono morta per davvero.
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