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Massimiliano Mistri

Argomento: Intervista

Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 20/02/2018 19:55:49

 

[ A cura di Roberto Maggiani ]

 

 

1.      Salve, potrebbe gentilmente presentarsi a chi non la conosce e dirci qual è il suo ruolo all’interno delle Edizioni La Gru?

 

Salve a tutti. Sono il co-fondatore della Gru, progetto nato, da me e mia moglie Serena, nel 2010 sulle ceneri di una piccola libreria indipendente padovana. Tecnicamente mi occupo della scelta dei testi, della loro correzione, dei contatti con gli autori che realizzano le copertine, eccetera. Un po' di tutto, eccetto amministrazione e ufficio stampa.

 

 

2.      Può presentarci le Edizioni La Gru in poche battute? Come siete nati, perché, da quanti anni, quanti siete, dove siete diretti, eccetera.

 

Per l'appunto siamo nati nel 2010. A settembre 2010, per la precisione, con "Il mendicante di pensieri", di Meri Nigro. Siamo in 3 e mezzo, perché il mezzo è impegnato anche in un suo progetto editoriale, Entropia, che ha ideato per pubblicare me. Siamo in viaggio, un viaggio attento al bilancio e alla libertà di scegliere quale direzione prendere di volta in volta.

 

 

3.      Rispetto ad altre case editrici in cosa vi distinguete? Qual è il vostro ruolo nel mondo dell’editoria e in quello della letteratura?

 

Mah, non penso che ci distinguiamo per qualcosa. Faccio molta fatica a trovare evidenti differenze tra editori, eccetto alcuni che mi vengono in mente e che hanno una vivida linea di demarcazione (Sur, Iperborea). Forse facciamo una selezione feroce (il 98% per materiale che ci arriva, viene cestinato), ma non so sinceramente come si muovano gli altri. Trovo poco interessante stalkerare il prossimo. Preferisco centrarmi sul mio progetto. Nel mondo della letteratura cerchiamo di inserire meno spazzatura possibile. Cerchiamo storie che per vari motivi arrivino a toccarci e cerchiamo di essere meno banali possibili.

 

 

4.      Ricevete molte proposte editoriali? Leggete tutto il materiale che vi arriva? Rispondete a tutti o solo a chi interessa ai fini della pubblicazione?

 

Riceviamo una media di 5 dattiloscritti al giorno. Leggiamo tutto il materiale che ci arriva, eccetto fantasy, erotici, rosa, graphic novels, paranormal romance e romanzi storici. Quelle storie non ci interessano e di conseguenza non vi perdiamo tempo.

Una volta rispondevamo a tutti, ma è successo di essere stati insultati da autrici e autori infastiditi dal rifiuto, per altro ampiamente motivato. Di conseguenza abbiamo smesso, seppure controvoglia perché trovo comunque interessante uno scambio di opinioni, fermo restando che un NO deriva, per lo meno nel nostro caso, da un gusto personale.

 

 

5.      In linea generale quali criteri adottate per selezionare gli autori che pubblicate?

 

Ci devono piacere le storie. Le storie devono essere messe al primo posto, ma la mia sensazione è che si vendano gli autori, non le storie. Ed è un peccato perché questo abbassa in modo drammatico il livello medio.

 

 

6.      Riguardo al web, vi muovete in rete alla ricerca di scrittori da pubblicare? Vi è mai capitato di intercettare un autore sul web e di essere voi a fargli un’offerta di pubblicazione?

 

Ci è capitato di intercettare qualcuno sul web e di chiedere di pubblicare con noi. Per esempio Lorenzo Mele che a giorni vedrà pubblicato "Tu mi abbandoni" con Entropia, la sorellina minore della Gru.

 

 

7.      Effettuate un editing sui testi?

 

Certo. Non si possono pubblicare libri senza un lavoro sul testo.

 

 

8.      In percentuale, sul totale dei libri che ricevete in lettura, a suo avviso, quanti sono insufficienti? Quanti sufficienti, buoni o ottimi?

 

Insufficienti direi un 97-98%. Il resto si divide nella percentuale rimanente.

 

 

9.      In fondo una casa editrice è una Impresa commerciale che per mantenersi deve vendere, almeno per pareggiare i conti, come riuscite a fare letteratura e a tenere in piedi l’Impresa?

 

Pareggiare i conti non basta a comprarsi il pane. Deve sempre entrare più di quello che esce, altrimenti è inutile anche solo mettersi su un libro. Noi ci muoviamo in microeditoria, stampiamo quel che ipotizziamo di vendere, tenendo conto che possiamo sempre ristampare anche piccole quantità a prezzi buoni e in tempi velocissimi (24/48 ore). Quindi è un po' come se avessimo un magazzino infinito, senza avere il costo di merce ferma.

 

 

10. Ci può, in breve, parlare delle collane delle Edizioni La Gru e dirci quali sono quelle che hanno più difficoltà di vendita?

 

Catarsi è la collana dedicata ai racconti. Un genere che ci piace moltissimo e inspiegabilmente sottostimato. 14° piano è la collana riservata ai romanzi. Scintille è quella di poesia mentre Le Gru sono i tascabili. Non c'è una collana che ha maggiori difficoltà di altre. L'importante è trovare autrici e autori che credono nel proprio libro e ci aiutino a supportarli. Che ci stimolino a trovare presentazioni, che ci stimolino a trovare idee. Serve un continuo faccia a faccia.

 

 

11. Riguardo alla poesia, è vero che vende poco? Perché eventualmente continuare a pubblicare poesia? O le vostre vendite di poesia si situano al di fuori della tendenza nazionale? Quali sono le difficoltà nel mantenere aperta una collana di poesia?

 

Dipende da quale poesia. Se parliamo degli slammers, allora la poesia non vende poi così poco. Anche se dipende sempre da cosa si intende per "poco". Se stampo 100 copie e ne vendo 90, ho venduto bene. Se ne vendo 1000 e ne ho stampate 6000, ho venduto male. Parlo dal punto di vista dell'editore. L'autore, visto che non paga un euro per pubblicare con noi, è ovviamente più interessato al dato di vendita che a quello di bilancio.

 

 

12. Molti editori obbligano gli autori, da contratto (alcuni addirittura fuori contratto), ad acquistare copie delle proprie pubblicazioni, non solo per andare in pari ma finanche per guadagnarci, voi come vi comportate?

 

Siamo No-EAP.

 

 

13. Quali sono le vostre strategie di distribuzione e promozione dei libri che pubblicate? Quali difficoltà incontrate? Si diversificano per genere letterario?

 

Abbiamo una distribuzione nazionale che si occupa della diffusione a qualunque libreria faccia rischiesta. Cerchiamo di organizzare più presentazioni possibile anche extra librerie. Le difficoltà che incontriamo sono di rendicontazione da parte delle librerie che ricevono volumi in conto deposito. E il pagamento delle fatture emesse. Sono anni che combattiamo con librai insolventi, volgari e maleducati. Gente che insulta al telefono solo perché richiediamo il saldo del dovuto. Posso dire che i librai mediamente non mi stanno simpaticissimi, su.

 

 

14. Se un libro non ha sufficiente visibilità è colpa dell’autore, dell’editore, del distributore, del libraio? Qual è il punto debole della catena? O, in positivo, se ha una ottima visibilità da chi o da che cosa dipende?

 

Non è colpa di nessuno. Sono cose che succedono, con tutti i libri che escono ogni anno in Italia, anche a causa del selfpublishing. Abbiamo una saturazione. Se si ha una buona risposta, il merito è prevalentemente della sincronia autore/editore. I librai hanno un peso specifico minore di quel che avevano una volta perché la libreria ha perso un po' quel ruolo di aggregatore culturale che aveva tanti anni fa.

 

 

15. Che rapporto avete con i Premi letterari e con i Media?

Con i media abbastanza buono. Alla fine siamo arrivati su Panorama, Rai, Messaggero, Corriere, Repubblica, Rolling Stones, molti blog e giornali online e locali. Con i premi letterari, medio. Ogni tanto partecipiamo, ma cerchiamo di sceglierli con oculatezza.

 

 

16. Ha un aneddoto da raccontarci?

 

Certo. La notte insonne a finire di correggere "Incubi a Nordest" di Alberto De Poli. Ci siamo resi conto, a poche ore dalla spedizione del materiale alla tipografia, che vi erano incongruenze tra le date riportate nel testo. Ricordo il gelo sceso al tavolo, ricordo un messaggio di allarme inviato ad Alberto la sera e ricordo fogli e fogli di appunti, di date, di incroci, di schemi per arrivare ad una quadratura. Saltammo il sonno e il libro venne sistemato e partì per il suo viaggio.

 

 

17. Quali libri ci consiglia di leggere editi dalle Edizioni La Gru? Uno per ogni collana (almeno uno di poesia ce lo deve consigliare).

 

Scelta complicata. Come scegliere tra i propri figli.

Ad ogni modo tra i romanzi appunto "Incubi a Nordest". Una storia divertente e drammatica scritta da un autore diventato un vero amico. Una persona che stimo a livello umano e artistico. Una persona che se mi chiedesse di raggiungerlo oggi stesso a Treviso, prenderei il treno immediatamente.

In poesia direi "Cartoline da un paese in dismissione" di Vera Bonaccini. Una poetessa con un talento molto superiore a quel che pensa di avere.

Per i racconti penso a "Dieci piccoli passi" di Francesco Pierucci. Il mio primo vero amore editoriale. Storie piene di umanità. Però non posso assolutamente dimenticare "Dovevo dirtelo" della fantastica Sara Vannelli. Penna vigorosa e vitale.

Tra Le Gru ho un grande amore per "Luci e ombre" di Greta Ghiselli. Anche Greta è diventata una amica vera, al punto che la scorsa estate abbiamo passato una settimana di vacanza assieme con le rispettive famiglie. E speriamo di bissare. Quindi Greta, se leggerai… Basta che non mi torturi con il Duca Bianco, per favore.

 

 

18. Se vuol aggiungere altro a suo piacimento la ascoltiamo molto volentieri.

 

Vorrei menzionare "Qualcosa non va.." di Giulia Zatti. Un libro fondamentale non tanto per noi quanto per l'Italia. Dentro vi è il coraggio di una giovanissima donna che ha raccontanto da dentro il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Abbiamo avuto la fortuna di poter ospitare Giulia a casa nostra per un mese. Un mese di vita assieme. Un mese di film, passeggiate, pranzi e cene. Un mese di parole e di silenzi. Un mese in cui abbiamo conosciuto qualcosa di veramente forte. Qualcosa con cui Giulia lotta tutti i giorni. Ma so che Giulia ce la farà perché è intelligente e combattiva.

 

 

Grazie Massimiliano.

 


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