Qui dove tutto ci dimostra
che è solamente febbraio
(quale altra definizione potremmo azzardare?)
sediamo, dando le spalle al senso di marcia,
sedotti dall'illusione che tutto sia un gioco
che potremo interrompere al richiamo per la cena,
una specie di autoconsolazione,
un lieto fine scontato in dissolvenza.
Ci arrendiamo al sollievo
della rassegnazione della sera,
mettendo a tacere l'impressione sgradita
di non aver compreso appieno i segni
che avrebbero potuto rivelarci i motivi.
Il traffico è un alone trascurabile
sulla condensa umida dei vetri,
le donne che attraversano la strada
sono donne bellissime
nei loro cappotti di luce,
nei loro volti di erba nuova,
nelle promesse dei loro silenzi.
Persino il conducente del tram,
a quest'ora di sera, nel tepore che stordisce
accarezza i propri desideri muti
nel silenzio di uno sguardo dritto sulla strada
e abbozza un sorriso di foglia verde
malgrado il buio
di questo febbraio.
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